L’Avellino sfrutta nel modo peggiore il doppio turno casalingo, una ghiotta occasione di incamerare punti pesanti dopo le “imprese” contro Catania e Modena; e invece contro avversari decisamente alla portata i biancoverdi racimolano un solo punto in due gare al Partenio. Se contro il Vicenza si può recriminare per il gol ingiustamente annullato a Comi (che comunque sarebbe valso al massimo un pareggio) e magari l’involontaria sufficienza psicologica con cui si è affrontata una gara che forse si pensava di poter vincere a mani basse, contro il Varese c’era la possibilità di dimostrare che quello precedente era stato solo un errore di percorso e con la giusta umiltà conquistare i tre punti, davanti a un pubblico ancora una volta numeroso e caloroso. Invece dopo un primo tempo soporifero avaro di occasioni, nella ripresa l’Avellino ci ha provato maggiormente grazie anche all’intuizione di Rastelli che con maggiore vivacità si poteva provare a mettere in difficoltà l’attenta difesa del Varese. E difatti Soumaré e Arrighini hanno creato in 20 minuti più di quanto avevano fatto Castaldo e Comi nei minuti precedenti, ma la mira imprecisa soprattutto di quest’ultimo non ha fatto sì che si tornasse alla vittoria.

Primo dato che emerge da questo doppio turno interno: finora Castaldo ha segnato 10 dei 15 gol biancoverdi, i 2/3, risultando spesso decisivo. Possibile che questa squadra sia talmente Castaldo-dipendente che se non segna il suo bomber non sa più vincere?

Secondo dato: in ogni campionato di ogni squadra ci sono dei momenti di flessione, i biancoverdi l’anno scorso lo hanno accusato a inizio girone di ritorno dilapidando il grande vantaggio costruito nel fantastico girone di andata e giocandosi alla fine l’accesso ai playoff. E’ già giunto il momento di tirare un po’ il fiato? Presto per dirlo, anche perché in entrambe le partite i Lupi non hanno subìto (si affrontavano anche squadre modeste, questo va detto) ma non sono apparsi lucidi e incisivi come in altre occasioni.

Analizziamo però l’altro lato della medaglia: finora non è ancora emersa una squadra ammazzacampionato, anche le grandi stentano e se contro il Vicenza si è persa l’occasione di arrivare da soli al secondo posto, contro il Varese si è persa quella di arrivare terzi. Ma con questo punto l’Avellino è comunque quarto, in coabitazione con il Livorno, a 5 punti dal Carpi capolista. Proprio i 5 punti persi nelle ultime due gare qualunque potrebbe dire, ma è facile parlare col senno del poi. Sabato prossimo, contro un’Entella quartultima, la terza occasione di dimostrare contro una squadra sulla carta inferiore di non essere in crisi e di saper continuare a veleggiare verso le prime posizioni. Ma non fasciamoci comunque la testa in alcun caso: la posizione di classifica resta positiva, l’importante è che anche le prestazioni tornino ad esserlo prima che possa davvero suonare un primo campanello d’allarme.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 22 novembre 2014 alle 19:39
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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