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Calciomercato e la potenza del campionato arabo: non è l’unico problema del calcio italiano

di redazione TuttoAvellino

La sessione estiva di calciomercato che sta andando sempre più a scemare sta facendo registrare qualcosa di molto particolare. Era da tempo che non si assisteva a una “razzia” simile di campioni: i club del campionato arabo sono entrati a gamba tesa su diversi campioni. È una situazione che non concerne solo ed esclusivamente il calcio italiano, ma che sta sconvolgendo un po’ tutto il calcio europeo.

I soldi che arrivano dall’Arabia Saudita, in effetti, stanno convincendo diversi giocatori anche ad abbandonare ogni velleità di vincere trofei in ambito europeo, entrando a far parte di un campionato arabo che, in effetti, fino ad ora non è stato così competitivo, anche se si parla pure di una possibile wild card per accedere alla Champions League (sì, quella europea, avete capito bene).

La recente intervista a Canovi sull’Insider ha permesso di capire qualcosa in più su questa situazione paradossale, pubblicata sul blog di uno dei siti principali di scommesse sportive, è andata in scena una chiacchierata molto interessante tra uno dei più importanti procuratori sportivi italiani e l’ex campione del Mondo nel 1982, ovvero Fulvio Collovati.

Una situazione fuori da ogni canone

Canovi non usa mezzi termini quando deve parlare dello scenario legato a un calciomercato estivo completamente stravolto dalle offerte che sono piovute dall’Arabia Saudita. Nel campionato arabo ora sono volati tanti campioni, anche provenienti da tante big europee, che hanno deciso di accettare ingaggi decisamente folli, nonostante è chiaro che il torneo non sia certo uno dei più affascinanti.

Posto che l’Arabia Saudita sta già spingendo con la UEFA per la richiesta di una wild card per una sua squadra da far entrare in Champions League, e raggiungeremmo livelli veramente grotteschi, ormai la situazione è già sfuggita di mano. Basti pensare all’offerta dalle cifre folli che è stata fatta a Kylian Mbappé: 700 milioni di euro per un contratto annuale è qualcosa che non si è mai visto nel mondo del calcio. È il pensiero di Alessandro Canovi, che ha voluto mettere in evidenza come si tratta di una proposta lontana da qualsiasi senso o logica sia dal punto di vista sportivo che sotto il profilo economico. Tutto questo, però, non deve affatto lasciare sconcertati, dal momento che fa parte di un progetto ben programmato da parte dell’Arabia Saudita, che ha già messo in conto investimenti per oltre 2 miliardi all’anno.

I giovani e le seconde squadre

E se il concetto di sostenibilità sta lentamente scomparendo per colpa di questi scenari paradossali, anche l’appeal della nostra Serie A sta diminuendo sempre di più. La fuga di alcuni campioni verso lidi molto più danarosi era già iniziata con la Premier League. Ci mancava evidentemente ora anche l’Arabia Saudita per rendere l’esodo ancora più massiccio.

Eppure, come ha sottolineato anche lo stesso Canovi, questa situazione potrebbe diventare terreno fertile per cambiare sul serio il calcio italiano. Insomma, è spesso da situazioni di difficoltà che nascono le idee migliori e gli stimoli necessari per apportare anche dei grandi cambiamenti. L’occasione di riscatto potrebbe avere come base il lancio dei giovani, ma si fa fatica ormai a trovare squadre che lanciano i ragazzi che crescono in Primavera direttamente in prima squadra.

Proprio per questo motivo, il progetto legato alle seconde squadre non può più passare inosservato, ma è qualcosa di necessario, che deve per forza di cose accompagnare questo cambiamento. Eppure, fino a questo momento, solamente due squadre hanno mosso dei passi concreti in tale direzione e sono la Juventus, che già da qualche anno sta raccogliendo degli ottimi frutti da tale progetto, e l’Atalanta, che solo di recente ha creato la sua seconda squadra.


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