Repulisti, cosa pagano Perinetti e Pazienza: carta bianca al tecnico e scelte forti
Uno scossone inevitabile quello che è arrivato nella notte di sabato, quando la proprietà ha deciso di esonerare sia Pazienza, sia i direttori. Un segnale forte quello di D'Agostino che aveva rinnovato giornata dopo giornata la fiducia a tutti ma non ha potuto continuare dopo la debacle casalinga contro il Latina nella quale si è vista una squadra purtroppo senza anima, ma soprattutto senza idee. E dunque il famoso repulisti è arrivato, ma proviamo a capire cosa ha pagato Pazienza e cosa invece il direttore dell'area tecnica Perinetti. Cominciamo proprio da quest'ultimo, che in poco più di un anno ha avuto certamente a disposizione un budget importante, portando ad Avellino calciatori di indiscutibile valore per la C, alcuni anche con quadriennali. Paga, Perinetti, la conferma di Rastelli che non sembrava già all'epoca una grande idea, ed infatti l'esonero è arrivato dopo solo due giornate. Il perchè di quella conferma è stato spiegato, ma non ha convinto moltissimo la piazza. L'arrivo di Pazienza è stata una mossa che la passata stagione si poteva definire giusta; tra alti e bassi i lupi arrivano comunque secondi ed in semifinale playoff: più o meno in linea con quello che doveva essere il campionato. Tutti sappiamo poi quello che è accaduto col Vicenza, insomma, un playoff sfortunato. Perinetti paga poi la conferma, per la seconda volta in un anno, di un allenatore che poi viene esonerato dopo poche gare. Due in un anno, forse, è un po' troppo per una squadra che punta al salto di categoria. Di quello che è stato il mercato, delle cifre e di tutto il resto, dinamiche abbastanza complicate.
Cosa paga invece l'allenatore? Beh, in sintesi, non è difficile capirlo; Pazienza paga il fatto di aver racimolato 3 punti in cinque partite dopo aver svolto il ritiro e costruito una squadra a sua immagine e somiglianza. Paga il fatto di aver fallito dopo aver avuto carta bianca sul mercato e soprattutto sulle uscite, con i vari Tito, Pane, Mulè, Pezzella, mandati via perchè gestiti male o perchè non utilizzati. La scelta forte, di mandare via i primi due, da quattro anni ad Avellino legati in maniera forte con la piazza e certamente uomini importanti per lo spogliatoio biancoverde. Paga il fatto di aver avuto grande libertà nella gestione, salvo poi presentare in campionato una squadra impresentabile, involuta dopo il bel pre campionato fatto di cose buone. Paga anche forse una condizione fisica scarsa, chiaramente in concorso con il preparatore atletico e paga una gestione dello spogliatoio, soprattutto i senatori, che dovrà migliorare col tempo.