Sonny D'Angelo torna e chiarisce: "Non volevo andare via un anno fa. Fui costretto, ho avuto problemi con una persona. Ora voglio la B con l'Avellino"
Sonny D'Angelo, centrocampista dell'Avellino, ha parlato a Contatto Sport, ai microfoni di Prima Tivvù, raccontando le sue emozioni per il suo ritorno ad Avellino dopo un anno alla Reggiana e sulle ambizioni per il futuro.
Queste le sue parole: "Lo zero a zero col Monopoli? Siamo partiti molto forte, i primi 10-15 minuti abbiamo avuto un buon approccio. Poi siamo un po’ calati e sono venuti fuori loro e noi ci siamo allungati. Nel secondo tempo siamo entrati in campo con la stessa energia ma siamo subito calati. Io ho provato a dare tutto, ma ho bisogno di un po’ di partite per tornare nella forma migliore. Pago il sintetico? Non credo, perché a Reggio ci siamo allenati nell’ultimo mese sul sintetico. Mi manca un po’ di minutaggio per la forma migliore”.
Sul ritorno: “Ho trovato un gruppo compatto e coeso, tanti li conoscevo già, è come se quando torni a casa e apri la porta e ti fanno entrare. Quindi non ho avuto problemi. Dobbiamo lavorare tanto e sono convinto che ci toglieremo tante soddisfazioni”.
I fischi: “Ci stanno, perché quando gioca l’Avellino si vuole che si vinca sempre. Abbiamo dato tutto, non vedo assolutamente la crisi. Quando vinciamo è giusto che ci prendiamo gli applausi e quando non si vince ci prendiamo i fischi”.
Pancaro ha detto che meritavano di vincere: “Non sono d’accordo, noi abbiamo creato tanto, abbiamo provato a vincerla, è chiaro che poi quando ci siamo sbilanciati loro in ripartenza potevano far male, ma dire che avrebbero meritato di vincere non mi trova d’accordo”.
Su Rastelli: “Quando sono arrivato al primo allenamento mi ha parlato in privato una decina di minuti, mi ha detto una cosa che mi ha colpito tanto. Mi ha detto quando abbiamo palla divertiti, quando non abbiamo palla, di essere una squadra ignorante da terza categoria e questo mi ha acceso il fuoco dentro”.
Sulla trattativa: “La trattativa più veloce degli ultimi 100 anni, perché quando mi ha chiamato il procuratore e mi ha detto vuoi tornare ad Avellino, ho fatto le valigie e sono partito. Cosa mi ha spinto a tornare? L’anno e mezzo trascorso qui, che è stato il più importante della mia carriera, una semifinale playoff, il record di gol in stagione. Pure la gente che ti trova per strada e ti ferma per foto o autografi, ti fa sentire un giocatore di Serie A”.
La polemica sulla partenza un anno fa: “Ci tengo a chiarire, perché ho letto delle polemiche in giro. Non ho mai fatto un paragone tra la storia dell’Avellino e la Reggiana. Qui avevo avuto un problema con qualcuno e sono stato costretto ad andare via. Ero convinto di andare alla Reggiana, che era prima, in lotta con il Modena, e volevo aiutarli ad andare in B. L’allenatore mi ha chiamato personalmente per dargli una mano, visto che lo avevo avuto anche in passato e mi conosceva. Non volevo andare via, stavo parlando qui ad Avellino con questa persona di una cosa su cui non sono stato accontentato e quindi sono andato via”.
Sul numero: “Il 72, l’inversione del 27”.
Sulla squadra: “Vedo miglioramenti, possiamo arrivare ai livelli delle prime tre in classifica e piano piano possiamo toglierci soddisfazioni”.
Sul mese di gennaio e il mercato: “E’ un mese brutto, il mister ha ragione. Anche io quando mi hanno chiamato per tornare qui, avevo paura gli ultimi giorni a Reggio di farmi male. Quindi, vuoi o non vuoi ci pensi a queste cose e le voci di mercato non fanno bene in un gruppo”.
Su Di Gaudio e Rizzo: “Ho un grande rapporto, sono felice di averli ritrovati. Totò spero possa darci una grande mano, felice che indossi la fascia da capitano”.
Sul Messina: “E’ un campo non facile, se inizia a piovere un po’ diventa un disastro, ricordo le gare maschie di qualche anno fa. Sarà una guerra, bisogna arrivare al 100 per cento e abituarci a una battaglia sportiva”.
Sulle richieste del mister: “Mi chiede di inserirmi, che faccio diversi gol come in passato”.
Sul centrocampo: “Un bel reparto, forte, ci giochiamo tre posti per cinque e poi sei. E’ una cosa giusta, perché in una squadra forte il posto va sudato. La concorrenza è sempre ottima”.
Sull’accoglienza: “Benissimo con tutti, mancava il giullare nello spogliatoio, adesso sono tutti felici”.
Sulle ambizioni: “Per gli scaramantici non sarà bello quello che dico, ma io voglio andare in Serie B con questa maglia e fare meglio di quanto fatto il primo anno a livello realizzativo. Ovvero più di 10 gol”.
I rigori: “Tira Marcello Trotta, fin quando c’è lui, tira lui. Poi io mi propongo in seconda battuta”.
Messaggio ai tifosi: “Sono 10 anni che faccio la Serie C, ho trovato tante difficoltà ovunque. Questa p una società forte e bisogna dargli solo fiducia”.