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Zappacosta saluta: «Non dimenticherò mai Avellino che mi ha dato la "A"»

di Redazione Web

David Zappacosta, ormai un ex biancoverde, ripercorre dalla colonne de “Il Mattino” gli ultimi tre anni della sua vita umana e professionale: «Mi ricordo con esattezza la mia prova volta allo stadio: venivo dall’Isola Liri e a Bergamo non avevo trovato spazio. Mi colpì la grandezza e l’imponenza del Partenio. Lo immaginavo pieno, con i tifosi urlanti e in festa, il frastuono dei cori, i colori degli striscioni e delle bandiere. Per la verità, poi, ci ho messo un anno a vederlo così, ma ne è valsa eccome la pena. È stato più bello ancora dio come me lo aveva  descritto Simone Puleo e delle immagini che avevo trovato su Youtube. Emozioni che, se spiegate, perdono di valore e intensità». Quando ha lasciato il Partenio nell’ultimo giorno di allenamento: «Avevo un vuoto allo stomaco – continua l’esterno biancoverde – ero dispiaciuto al pensiero che non avrei più attraversato quel cancello. Un momento che mi ha fatto capire quanto Avellino ha contato e conterà sempre per me».  Bucaro prima e Rastelli poi (senza dimenticare il suo primo allenatore) hanno permesso a Zappacosta il salto nella massima serie: «Sandro Grossi, all’Isola Liri ero all’inizio e lui mi ha insegnato tanto. Sono riconoscente a Bucaro che ha creduto in me come  esterno alto, e naturalmente a Rastelli, con il quale ho lavorato molto sulla fase difensiva. Con lui ho vinto il mio primo campionato di B, sfiorato i play off e ora ho avuto questa possibilità di giocare in serie A». David però ha avuto dalla sua anche il pubblico avellinese che lo ha sempre sostenuto e coccolato: «L’infortunio di quest’anno mi ha impedito, in alcune fasi, di esprimermi come dovevo e recuperare non è stato facile. Ma il pubblico mi ha sempre capito e le critiche ricevute sono stato costruttive. Esigono tanto, ma sanno dare tantissimo». La crescita dal 2011 ad oggi è stata esponenziale: «Non solo come calciatore, ma soprattutto come uomo. Mi sono fortificato caratterialmente, ho imparato ad avere più fiducia in me stesso e a superare limiti che erano mentali, ma non reali, e questo lo devo solo ad Avellino che non dimenticherò mai». L’ultimo pensiero va all’Avellino: «Spero che farà ancora meglio di questa stagione, che resta comunque importante, anche se potevamo renderla storica. Lo zoccolo duro è un’ottima base di partenza, la società ha intenzione di investire, dunque non posso che sperare nel meglio e tifare, in modo appassionato e sincero per i miei lupi».


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