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Avellino troppo rinuciatario: perché si è abbandonato il 4-3-3?

di Domenico Fabbricini

Un altro turno di campionato sprecato: in una giornata in cui pareggiano quasi tutte (in attesa di Juve Stabia-Taranto), l'Avellino non va oltre un brutto 0-0 a Francavilla Fontana, e continua a mancare l'appuntamento con quella continuità che sarebbe l'unica ricetta per tentare l'accelerata finale nelle ultime giornate di regular season. Invece si continuano ad alternare vittorie a pareggi, con la differenza che se prima si vinceva fuori casa e si pareggiava (o perdeva) in casa, da qualche settimana a questa parte il trend si è invertito, pur mancando il filotto di vittorie che potrebbe riscrivere la classifica. L'Avellino non vince due gare di fila dall'ultima di andata (1-0 a Crotone) e la prima di ritorno (5-0 a Latina) poi sempre risultati a singhiozzo. E' vero che non si perde da sei turni, ma è anche vero che in questi sei turni l'Avellino ha raccolto 10 punti su 18 disponibili. Si poteva approfittare del pareggio interno del Benevento, che resta secondo a +4, e si rischia ora di vedere la Juve Stabia andare a +14 a sette giornate dalla fine. Meglio concentrarsi, a questo punto, sul miglior piazzamento playoff possibile, con il secondo posto obiettivo ancora fattibile, specie perché c'è ancora da giocare il derby interno contro il Benevento.

Ma quello andato in scena a Francavilla Fontana è stato un Avellino poco propositivo, poco pungente, l'ombra di quello capace di segnare 5 gol al Catania mercoledì scorso. E' vero che mercoledì a inizio ripresa la squadra ha quasi fatto harakiri subendo quasi il pareggio ospite, per poi dilagare solo nel finale (facendo arrabbiare anche i tifosi che hanno rifiutato il saluto alla squadra) ma quantomeno ha capitalizzato le occasioni create. a Francavilla, escluso il pari di Gori a inizio partita, non si sono praticamente vissute emozioni. Pazienza ha anche provato a cambiare totalmente l'attacco nel secondo tempo, inserendo Russo e Marconi per Sgarbi e Gori, ma senza cambiare il risultato.

Eppure il tecnico aveva trovato la svolta con il 4-3-3, modulo col quale si riusciva a sfruttare meglio il potenziale offensivo, e tornava egli stesso al 3-5-2 a risultato acquisito, per provare a controllare la gara (atteggiamento che più di una volta poi gli è costato il pareggio avversario). Perché quindi tornare al 3-5-2 dal primo minuto? Perché contro il Catania si sono segnati cinque gol? Ma una gara al cospetto di un'intera stagione dovrebbe incidere poco nelle scelte, anche perché giocare in maniera cauta in casa del secondo peggior attacco del campionato non era una priorità. Si sarebbe potuto osare qualcosa in più nel finale, magari inserendo sì una terza punta, ma nulla. L'Avellino non terminava una partita senza segnare reti dallo 0-1 in casa contro il Messina alla sesta di ritorno, addirittura fuori casa andava sistematicamente in rete da otto partite, l'ultima volta senza segnare era stato nella sconfitta 2-0 a Picerno del 26 novembre scorso. E' anche vero che l'Avellino non terminava con un clean sheet dall'1-0 di Monopoli, ma ripetiamo, in questa gara era più importante sbilanciarsi alla ricerca del gol che badare a non prenderle.

Peccato, sabato al Partenio arriva il fanalino di coda Brindisi, un'occasione questa per ritornare ai tre punti, sperando prima o poi che arrivi anche la continuità di risultati tra dentro e fuori le mura amiche.


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