Bicchiere mezzo pieno o bicchiere mezzo vuoto?
L'Avellino formato trasferta non si ferma, e al contrario della squadra abulica che non vince in casa dal 25 ottobre, coglie al 'Veneziani' di Monopoli la quinta vittoria di fila lontano dalle mura 'amiche'. Un successo importantissimo che mitiga quindi l'inattesa sconfitta contro il Sorrento e mantiene invariata la distanza dalla vetta, -7, mettendo a maggiore distanza Casertana e Crotone che pareggiano, ora a -4, mentre mantengono le distanze Picerno e Taranto che hanno vinto. Anzi, il pericolo maggiore in questo momento è rappresentato dal Picerno che martedì alle 18 recupererà la gara contro il Catania non disputata per neve lo scorso 21 gennaio: vincendo potrebbe scavalcare i Lupi di un punto.
Ma tornando alla partita di Monopoli, non è stata una vittoria affatto agevole, anche se l'Avellino ha iniziato bene il primo tempo: ha pressato gli avversari, ha colpito un palo con Tito prima che l'arbitro interrompesse il gioco per uno scellerato lancio di un petardo in campo dal settore avellinese (e se Tito avesse segnato?), ha sbloccato il risultato con un calcio di rigore che ha sorpreso un po' tutti, perché il tocco di mano sulla palla da parte di Barlocco non è apparso subito evidente: bravo l'arbitro a notarlo e a punirlo; e ha legittimato un buon primo tempo con De Cristofaro che ha trovato Gelmi attento. Nella ripresa invece il Monopoli si è fatto preferire, ha creato le occasioni migliori, e ci è voluto il miglior Ghidotti per respingere con i punti un tiro dalla distanza, con i piedi un tocco di testa sottomisura da calcio d'angolo e per togliere dall'incrocio un tiro destinato al sette. Una bella occasione di riscatto per un portiere che sta tenendo una media voto alta in questo campionato, crocifisso oltremodo e immeritatamente per l'errore costato il pareggio in extremis con la Juve Stabia. L'Avellino ha comunque rischiato, non ha chiuso la partita, ha avuto un paio di guizzi nel secondo tempo con Sgarbi, che si è accentrato quando poteva puntare diretto verso la porta ma è stato travolto da Barlocco, solo ammonito; e ha provato un paio di conclusioni con Gori nel finale, senza fortuna. Un Avellino poco incisivo in zona gol, che ha spesso sbagliato l'ultimo passaggio come ha sottolineato anche Pazienza nel post partita, costretto sulla difensiva da un Monopoli che ha tentato il tutto per tutto per pareggiarla, ma a volte vanno bene anche queste vittorie, di cuore e sofferenza. E che ha mantenuto la porta inviolata lontano dal Partenio ancora una volta: una sola rete subita nella ultime cinque trasferte, quella ininfluente di Foggia.
E ora l'ennesimo esame interno della stagione: riuscirà l'Avellino domenica prossima a battere il Messina? Ricordando che all'andata in Sicilia i biancoverdi sono usciti sconfitti 1-0 (prima sconfitta di Pazienza) pur non meritando quel risultato, ora è il momento del riscatto, di interrompere questa striscia negativa in casa, di far tornare a gioire il Partenio. Una prova di carattere, di orgoglio, come tante se ne sono viste fuori casa, anche stasera a Monopoli, per dimostrare che il primo posto è ancora possibile. Lo ripetiamo ancora una volta: basterebbe mantenere un ruolino di marcia normale, non eccezionale, in casa per valorizzare ancor di più il lavoro straordinario che la squadra di Pazienza sta facendo fuori casa. Basterebbe aver colto solo un paio di vittorie in più, nulla di trascendentale, per essere ora a -1 dal primo posto. E' ora di invertire la rotta: guardando il bicchiere mezzo pieno si potrebbe dire che l'eccezionale rendimento fuori casa sta comunque equilibrando il cammino zoppicante in casa, a parti inverse (9 vittorie in casa e 4 in trasferta, con 5 pareggi anziché il contrario) si parlerebbe di un cammino tutto sommato soddisfacente. Non a caso l'Avellino è secondo e in piena corsa per la promozione. Certo, guardando invece il bicchiere mezzo vuoto, è un peccato che con questi risultati non si riesca a fare altrettanto bene davanti al proprio pubblico. Possibile che proprio l'obbligo di vincere in casa sia diventato un boomerang nella testa dei calciatori, un'ossessione, e più passano le settimane più questo peso aumenta. Basterebbe forse vincerne nuovamente una per rompere questo incantesimo. Domenica l'ennesima chance per svoltare anche in casa, e magari riaccendere quell'interruttore nella testa dei calciatori che possa condurre a un finale di girone di ritorno da protagonisti.