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Club, Aic, Lega Pro: si tratta e si litiga rischiando lo sciacallaggio. L'esempio positivo dell'Avellino

di redazione TuttoAvellino

Era impossibile prendere una decisione alla luce delle incertezze che hanno avvolto l'intero paese. La call conference tra le società di Lega Pro, il presidente Ghirelli, Calcagno e l'Aic, più che a trovare una soluzione al problema ha confermato la spaccatura tra i club, l'Assocalciatori e i propri tesserati. Il nodo del problema, nascosto dietro il concetto di salute, è prettamente di natura economica, che rischia di sfociare nello sciacallaggio. Il fronte di chi pretende lo stop del campionato è molto ampio ed è composto in larga parte da chi, da questo campionato, non ha più nulla a pretendere (club di metà classifica) e da chi rischia di sprofondare in Serie D. Annullando tutto e cristallizzando la classifica si riuscirebbero a salvare, in un colpo solo, le casse societarie e la categoria. L'altro fronte è composto da chi ha necessità di tornare a giocare e parliamo di Monza, Vicenza e Reggina, con i loro corposi vantaggi sulle avversarie e con un piede in Serie B. I loro sforzi andrebbero premiati, annullare tutto equivarrebbe trascorrere i prossimi mesi in tribunale per ottenere quanto meritato. E poi c'è l'Avellino, che assieme a qualche altro club si è rimesso al volere di scienziati e dirigenti: si torna a giocare? Giochiamo. Fermiamo tutto? Va bene, ma con le dovute garanzie. Non è un "volersi lavare le mani", quando non immischiarsi in faccende che nulla hanno a che vedere con lo stile adottato dalla famiglia D'Agostino. Le società e Ghirelli hanno chiesto alla federazione di svincolare la fideiussione presentata all'iscrizione, con le dovute integrazioni proporzionali agli ingaggi dei calciatori. E sarebbe un primo passo. Poi c'è la grana stipendi, che coinvolge l'intero asset. I calciatori, soprattutto quelli che percepiscono uno stipendio da operaio, vogliono tornare a giocare non appena sarà possibile farlo. Hanno paura di non arrivare a fine mese e hanno ragione. Anche perché è già accaduto che qualcuno si sia rifiutato di pagare a marzo, adducendo colpe al Coronavirus. Al Governo verrà chiesto di inserire nel decreto economico di aprile la cassa integrazione in Deroga per chi guadagna fino a 50mila euro. Mentre i club hanno dato mandato a Ghirelli di trattare con l'Aic per il pagamento di una sola mensilità su quattro in caso di stop, di due in caso di ripresa. Difficile, se non impossibile raggiungere un accordo di questo tipo. La sensazione è che sia in atto una contrattazione puramente economica, che non tiene conto della salute e della sicurezza come invece si vorrebbe far credere. Non è difficile ipotizzare che, se i club verranno accontentati, si tornerà a giocare appena possibile.


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