Il miglior Avellino della stagione si scontra con l'imprecisione degli attaccanti; ma a cosa serve il Var?
E’ quasi paradossale pensare che quello che è stato il miglior Avellino della stagione con pochi timori di smentita sia uscito solo con uno 0-0 dal campo, peraltro dopo aver creato e sbagliato una quantità incredibile di palle gol. Un risultato che lascia l’amaro in bocca anche perché è già raro avere a disposizione un così alto numero di occasioni da rete in partite così equilibrate, ma sprecarle in maniera così clamorosa non fa che aumentare il rimpianto. Anche perché il Vicenza avrà sicuramente impostato la partita del Partenio in questo modo, difendendo e lasciando sfogare l’Avellino cercando poi di colpire in contropiede, come poi ha provato a fare, ma a Vicenza sarà tutta un’altra partita. E l’Avellino non avrà a disposizione lo stesso numero di occasioni da gol. Bravissima la truppa di Pazienza questa sera a fare la partita dell’anno, a gettare il cuore oltre l’ostacolo, a dimostrare per intensità e qualità di essere quella squadra che può ambire al salto di categoria come viene indicata da più parti, ma non saperle sfruttare aumenta i rimorsi per quello che poteva essere e non è stato. Fosse finita due o tre a zero per l’Avellino nessuno avrebbe avuto nulla da ridire.
Sfortuna, traverse (quella di Cionek nel primo tempo e quella di Gori nella ripresa) ma anche una conduzione arbitrale più che dubbia. Dopo la traversa di Cionek c’è stata una chiara spinta su Patierno in piena area che poteva portarlo al tap in di testa, non rilevata neanche dal Var; episodio simile sulla traversa di Gori nel secondo tempo, la spinta ancora su Patierno che ancora sbaglia di testa ma disturbato. E qualche dubbio sulla traversa resta, che la palla possa essere entrata. Anche su Sgarbi sul finire di primo tempo si assiste a una scivolata in area che grida vendetta. E’ stato introdotto il Var nei playoff proprio per ridurre al minimo le zone grigie, le situazioni dubbie, perché allora dobbiamo essere ancora qui a lamentare decisioni arbitrali rivedibili che potevano essere corrette da chi era al monitor? Nell’intervallo L’AD Giovanni D’Agostino ha alzato la voce davanti alle telecamere Rai, lamentando appunto una scarsa attenzione alle azioni in area di rigore, ancora senza sapere che gli episodi si sarebbero ripetuti anche nella ripresa. Parole che purtroppo non cambiano la natura di una partita che poteva finire diversamente, ma la speranza può solo essere quella di avere un’attenzione diversa al ritorno, non favoritismi, assolutamente, ma il giusto giudizio di quel che merita questa squadra.
Da capire anche cosa sta accadendo a Patierno, che in questi playoff non riesce a segnare neanche a pochi passi dalla porta. Poco servito a Catania, impreciso nel ritorno con gli etnei, clamorose le 4 occasioni sprecate questa sera col Vicenza, due su disturbo dei difensori va detto, altre due sicuramente più facili. E non ha aiutato Marconi che proprio nel finale si è mangiato quello che poteva essere il gol della vittoria. Attacco con le polveri bagnate proprio nella partita in cui l’Avellino offre la sua migliore prestazione.
Ma ci vuole ottimismo ora, probabilmente non sarà facile costruire le stesse occasioni da gol a Vicenza, probabilmente i veneti faranno la partita e si assisterà a un ribaltamento del copione, ma come il Vicenza oggi anche l’Avellino avrà le sue occasioni in contropiede al ‘Menti’. E la speranza è che questa volta, anche se minori, le opportunità vengano invece capitalizzate al meglio.