L'esordio che non volevi: ora al Partenio senza alibi (e uno stadio a favore)
Una lunga attesa, un entusiasmo crescente, la carica dei tifosi alla vigilia della partenza per Catania, la spasmodica attesa per vedere la squadra finalmente esordire nei playoff, per poi assistere a una prestazione al di sotto delle aspettative. Diciamoci la verità, ci saremmo aspettati un altro Avellino al 'Massimino', un Avellino più combattivo, più grintoso, più pericoloso. Invece la squadra di Pazienza ha pagato per intero lo scotto delle tre settimane di stop, ha subito il Catania in avvio di gara e la sua iniziativa, come era prevedibile per una squadra che partiva da sfavorita e che aveva già nelle gambe due partite di playoff, ha comunque ritrovato pian piano la forma e ha 'rotto il ghiaccio', come si suol dire, con il passare dei minuti e ha dato qualche segnale incoraggiante con il tiro di Sgarbi sul finire di primo tempo e qualche iniziativa dello stesso Sgarbi a inizio ripresa. Per poi accusare nuovamente il ritorno etneo e il gol del vantaggio. Gol che è sembrato annichilire definitivamente la squadra biancoverde, che se fino a quel momento aveva accusato la differenza (evidente) di condizione fisica e forse anche ambientale, dopo il gol è andata in tilt, senza riuscire neanche ad abbozzare una risposta ragionata.
Pazienza ha anche provato a cambiare totalmente la coppia d'attacco, con Sgarbi (l'unico dei suoi veramente pericoloso) che è andato pian piano spegnendosi e Patierno praticamente ingabbiato dalla difesa del Catania e che ha ricevuto pochissimi palloni giocabili, ma Gori e Russo in dieci minuti non potevano certo fare miracoli. C'è stato il Catania che ci si aspettava, arrembante, in palla, 'disperato' per certi versi poiché solo con una vittoria poteva sperare di passare il turno; non si è visto invece l'Avellino sperato. O meglio si è visto a tratti, ma nel complesso i padroni di casa hanno meritato la vittoria. Eppure, pagato lo scotto dei primi minuti di rodaggio, si poteva pensare che il Catania col passare dei minuti potesse accusare la stanchezza con tante partite ravvicinate e di contro l'Avellino far valere la sua freschezza, invece si è vista da un lato una squadra determinata e convinta, dall'altra una squadra (l'Avellino) che ha badato in primis a non prenderle e solo dopo a provare ad attaccare. L'errore, e la differenza tra i due atteggiamenti, è stato probabilmente proprio questo.
D'altronde anche Pazienza lo ha detto nel prepartita alla Rai, giocarsi sapientemente il doppio confronto nei 180 minuti sapendo di avere due risultati a disposizione, ma senza fare una partita difensiva ma cercando di colpire il Catania quando se ne sarebbe presentata l'occasione. La tattica attendista non ha pagato, mentre le occasioni create, perché ce ne sono state, non sono andate a buon fine. Siamo qui quindi a commentare un 1-0 che sicuramente mette in salita il cammino playoff dell'Avellino, ma che non lo esclude affatto. Certo ad Avellino sabato sera sarà ora obbligatorio vincere, con qualsiasi risultato, ma almeno ora si dovrà giocare con un unico obiettivo, come il Catania questa sera: vincere. E vedremo se, esaurito l'alibi dei 20 giorni di stop, a parti inverse e con un solo risultato a disposizione, oltre che con un tifo stavolta a favore, l'Avellino saprà ritrovare la lucidità e lo spirito che gli ha permesso di battere due volte in questo campionato il Catania.