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Ripartire dai segnali positivi, cercando di non farsi influenzare dal risultato

di Domenico Fabbricini

Sembrava tutto troppo bello, come in una favola: Avellino in vantaggio sulla Juve Stabia, -3 dagli avversari diretti primi in classifica, avvio di girone di ritorno da percorso netto. E invece il calcio ci ricorda che a volte può essere crudele e così al 92’, con l’Avellino in pieno controllo della partita e senza alcuna avvisaglia, l’ex Mignanelli (cosa dicevamo a proposito delle leggi non scritte del calcio?) ha trovato il gol del pari e la sua personale doppietta, festeggiata oltremodo in uno stadio in cui non si è mai ambientato totalmente, lasciando il biancoverde senza troppi rimpianti. Una partita che fino a quel momento l’Avellino stava conducendo tranquillamente e meritatamente, una gara sicuramente equilibrata con le due formazioni che si sono annullate per buona parte dei 90 minuti, eccezioni fatta per i 10 minuti di fuoco di fine prima frazione in cui è maturato il 2-1. Che l’Avellino ha mantenuto con autorità e maturità per tutto il secondo tempo, dimostrandosi ad onor del vero anche superiore alla Juve Stabia che è stata annullata di fatto dai biancoverdi, ma appunto può capitare da un momento all’altro il gol che non ti aspetti. Specialmente se non chiudi prima le partite.

Ecco se dobbiamo muovere un appunto all’Avellino di questa sera, oltre all’ingenuità che ha portato al pari su punizione, è quello di non aver spinto alla ricerca del 3-1, accontentandosi di gestire un 2-1 che stava anche riuscendo fino al 92’, ma che di fatto non è bastato. Cerchiamo di ripartire però dalle note positive, che non si possono cancellare dopo 92’ minuti buoni, dalla dimostrazione di forza data dall’Avellino, forza che non si misura solo nella quantità si volte in cui si va a rete o si trova il gol, ma anche di saper gestire una partita difficile tenendo lontano l’avversario. Da qui bisogna ripartire senza farsi abbattere da un risultato che è come una mannaia sulla testa dei giocatori, che magari vedevano l’obiettivo ormai a portata di mano, ma essere consapevoli che limando gli errori e con un po’ di cinismo e cattiveria in più, il primo posto non è una chimera. Era a -3 fino a 5 minuti dalla fine, è tornato a -6 ma questa partita, pur se amara, ha dimostrato che l’Avellino non ha nulla da invidiare alla capolista, e ha tempo per crederci e recuperare.

Anche perché la juve Stabia in questo girone di ritorno sta tornando a essere ‘umana’, ha subito già 4 reti quando nel girone di andata ne aveva subiti solo 6 risultando tra le migliori difese non solo di serie C ma d’Europa, si è fatta rimontare in casa dal Monterosi e ha pareggiato al 92’ al Partenio. Tutto è ancora aperto quindi, l’importante è crederci, fino alla fine.


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