Sconfitta surreale a Giugliano: Galipò mette a nudo tutte le fragilità di questo Avellino
E' difficile, a caldo, trovare le parole per commentare quanto visto in campo all' "Alberto De Cristofaro" di Giugliano. Una partita assurda in cui accade davvero di tutto, rigori contro, espulsioni, errori, ma che vede i Lupi uscire sconfitti in maniera forse anche immeritata. Un'altra occasione persa, un altro "rigore sbagliato a porta vuota" se vogliamo usare una metafora che calza con la partita che si è vista, dato che Benevento e Picerno hanno perso e i biancoverdi avrebbero potuto portarsi a -1 dal secondo posto e a +6 sul terzo. Invece un po' per demeriti propri un po' per abbagli clamorosi dell'arbitro e dei suoi assistenti, deve arrendersi a un'altra sconfitta dopo 7 risultati utili consecutivi.
La cronaca è nota a tutti: l'Avellino parte bene, schiaccia il Giugliano, conquista un corner dopo l'altro e su uno di questi, al 20', va in vantaggio con il 'solito' Patierno bravo a deviare in rete un bell'assist dalla bandierina del 'solito Sgarbi'. Avellino che legittima il risultato colpendo un palo con Patierno di testa sempre da calcio d'angolo e che in ripartenza protesta per una spinta su Liotti in area che sembrava esserci. Arbitro permissivo, si penserà. E invece no perché pochi minuti dopo, sponda opposta, su azione simile concede il rigore al Giugliano: anzi concede la punizione dal limite perché il fallo sembra essere commesso fuori area, poi su segnalazione dell'assistente corregge la decisione in rigore. Probabilmente, se avesse visto il fallo immediatamente dentro l'area, non avrebbe fischiato ma tant'è e il Giugliano si riporta in parità. Peraltro, a rivedere l'azione, è addirittura l'attaccante del Giugliano Giorgione ad andare addosso a Rigione, e non viceversa, e di conseguenza sarebbe dovuta essere punizione per l'Avellino. Oltre al danno la beffa perché l'Avellino perde Sgarbi per le proteste eccessive.
Nel secondo tempo, sull'1-1 e con l'uomo in meno, Pazienza manda in campo Russo per Ricciardi, schierandosi con una sorta di 3-4-1-1. E l'Avellino ritorna anche in vantaggio con Liotti smarcato ottimamente da Patierno davanti a Russo, e d'esterno mette dentro il 2-1. Ma passa solo un minuto e il Giugliano, stavolta per meriti propri, fa 2-2 di testa con Cargnelutti. Nell'occasione l'arbitro espelle Balde, non si capisce bene perché visto che la sua squadra ha appena segnato, probabilmente per proteste: gol che inizialmente l'arbitro sembra annullare per fallo su un biancoverde, tanto da scatenare le proteste del Giugliano, da qui forse il rosso a Balde, per poi convalidarlo. L'Avellino si innervosisce, Rigione commette una grossa ingenuità in area e smanaccia un cross da sinistra lamendandosi poi di una spinta, ma stavolta il rigore c'è. Salvemini sigla la sua personale doppietta e per l'Avellino la montagna si fa troppo alta da scalare.
nche perché al nervosismo per l'andamento surreale della partita ci si mette anche l'atteggiamento prudente del Giugliano che con tranquillità chiude tutti gli spazi senza lasciare altre occasioni all'Avellino. Entra Llano, entra Gori per Patierno, si rivede anche Tito a sinistra, Pazienza le prova tutte ma solo al 94' ha l'occasione più ghiotta per cercare almeno il pari quando Llano pescato da solo sul secondo palo si divora il gol del 3-3.
Avellino che torna alla sconfitta dopo 7 risultati utili consecutivi, che probabilmente recriminerà molto per le sviste arbitrali ma che deve riflettere anche sui propri di errori, dall'ingenuità di Sgarbi a quella di Rigione, che hanno poi indirizzato la partita nella ripresa, quando in parità numerica la squadra avrebbe anche potuto riportarsi avanti, ma non c'è riuscita. Una squadra che ha già dimostrato di avere debolezze e fragilità proprie, se poi ci si mettono anche decisioni arbitrali discutibili, ecco che si può perdere la bussola, come si è visto in campo. E ora deve guardarsi dietro perchè tra una settimana c'è lo scontro diretto con il Picerno al Partenio che vale il terzo posto.