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Un secondo tempo da dimenticare. Tante occasioni non sfruttate e crollo mentale nella ripresa. E i cambi...

di Marco Costanza

L'Avellino vede fermarsi la striscia di risultati utili consecutivi dopo la sconfitta di Messina. Il Giugliano sbanca il Partenio, come era accaduto anche l'anno scorso. Patrita dai due volti, un primo tempo buono, con innuimerevoli chance per passare in vantaggio, la traversa di Gori, conclusioni dalla corta distanza, tanti calci d'angolo battuti. Poi, come spesso sta accadendo in casa, l'Avellino prende gol, alla prima vera occasione per gli avversari. Rimontare sempre non è facile, come accaduto con il Monterosi. E già con la Virtus Francavilla se ne era avuto un assaggio, dove almeno si era portato a casa un pareggio. Questa sera arriva una sconfitta amara, soprattutto per un secondo tempo sbagliato dagli uomini di Pazienza. 
Bravo l'Avellino a trovare un 1-1 fondamentale all'ultimo secondo del primo tempo. Un gol che, tutti, pensavamo avrebbe dato quello slancio per la ripresa. Slancio che magari si è anche visto all'inizio, con alcuni tentativi per pervenire al 2-1 e attenzione, un clamoroso calcio di rigore non dato, che avrebbe cambiato ovviamente gli scenari. 
Avellino che non sembrava soffrire nella ripresa, fino ai cambi. Fuori Palmiero e Varela, dentro Dall'Oglio e D'Angelo. Da quel momento, il Giugliano ha preso campo, l'Avellino non ha saputo più rimanere compatto, e un errore in uscita di Gori, che regala palla al Giugliano, costa il gol del 2-1. Qui finisce la gara, di fatto, con l'Avellino che si consegna al Giugliano e incassa anche il terzo gol. 
Squadra incapace a reagire dopo il 2-1 ospite. I cambi, come sperava Pazienza, non hanno avuto il loro effetto, anzi, lo hanno avuto in negativo. Il tecnico pugliese, come ha spiegato, cercava di insertire elementi più fisici, per giocatori un po' stanchi. Purtoppo non sono state scelte giuste. Pazienza si è assunto le responsabilità, affermando come per far rientrare tutti in condizione, servono minuti in campo. Ma purtroppo la condizione deficitaria di alcuni giocatori, è apparsa evidente. 
Come è apparso evidente che serva quanto prima recuoerare i difensori di ruolo, Benedetti, Cionek e Rigione. Gli adattamenti di Pazienza sono andati alla grande, come sicuramente lo fanno ancora, ma pare evidente che servano quanto prima i titolari in campo, soprattutto in vista di questo finale di anno ricco di scontri diretti contro avversari temibili. Una difesa che è apparsa in difficoltà nelle verticalizzazioni rapide degli attaccanti del Giiugliano, che non davano punti di riferimento e spesso portavano fuori posizione il reparto arretrato biancoverde. 
L'Avellino incassa questo ko, che deve chiaramente far riflettere sotto tanti punti di vista, soprattutto mentale, come mai in casa è la terza gara di fila che si va sotto e si è costretti a rimontare, la mancata reazione dopo il loro secondo gol e la condizione di alcuni elementi. 
Per fortuna è un campionato molto equilibrato, non c'è una schiacciasassi. Davanti, le competitors non corrono, il Benevento è uscito battuto nettamente a Monopoli, la Juve Stabia non scappa via, pareggiando solo con il Sorrento in casa. Guardando il bicchiere mezzo pieno, in una giornata storta, si è perso solo un punto dalla vetta, e va bene così. A patto che si risolvano diverse problematiche viste e si ritrovi la brillantezza di qualche settimana fa. 
Ora ad attendere l'Avellino c'è una bella sfida, col Picerno, che è appaiata in classifica a 26 punti, ha un ex Murano, voglioso di dimostrare il suo valore, è una squadra che come il Giugliano, gioca in maniera sfacciata, a viso aperto, con verticalizzazioni in profondità, che l'Avellino ha sofferto con il Giugliano. 
Pazienza dovrà lavorare su queste problematiche, sperando nel recupero di forma e condizione di diversi elementi, per ritornare al successo, riscattando questo passo falso, che per per fortuna, non ha fatto proprio malissimo a livello di classifica. 


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