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Una Ferrari nelle mani di Biancolino: con il motore a mille "non vi è sosta, se non sulla vetta"

di Domenico Fabbricini

E' difficile pensare che questa sia la stessa squadra che stentava e deprimeva nelle prime giornate di campionato, incapace di indovinare più di due passaggi di fila o andare in rete. Difficile anche pensare che Biancolino possa aver portato una rivoluzione di gioco o di preparazione delle gare in un paio di settimane. Più probabile che il cambio di allenatore abbia liberato, in qualche modo, la mente dei calciatori portandogli maggiore serenità ed entusiasmo, cambiando quindi anche l'atteggiamento in campo. Perché gli interpreti sono gli stessi che perdevano in casa col Latina o prendevano quattro gol a Picerno, con la sola differenza di un ritrovato Patierno (che però il suo peso specifico in attacco lo sta avendo). Evidentemente anche il rapporto di alcuni calciatori con Pazienza era un po' logoro, verrebbe da pensare, ma inutile guardare indietro: il presente ci restituisce un Avellino finalmente dominante e frizzante in campo, che diverte e si diverte. Come doveva essere da inizio campionato, come doveva essere nelle menti di Condò e Perinetti, che evidentemente allora avevano anche costruito un organico in grado di competere per il primo posto in campionato, ma hanno pagato la colpa di aver confermato un allenatore che purtroppo fin qui si è dimostrato il vero problema di inizio stagione. E quando i progetti sportivi naufragano, spesso a pagare non è solo l'allenatore ma l'intera area tecnica.

Fatto sta che tra Crotone e Avellino si è visto un Avellino trasformato, rinato, lontano parente di quello visto a inizio stagione, finalmente aggressivo in campo (contro la Casertana si è applicato un pressing a tutto campo fin dai primi minuti, al 45' Russo correva come un ossesso pressando anche il portiere, sul risultato già di 3-0), sicuro dei propri mezzi. Non è da tutti vincere 4-0 a Crotone e si è avuto fin dall'inizio l'impressione che l'Avellino avrebbe fatto un sol boccone anche della Casertana. Non si è mai avuta l'impressione che l'avversario potesse rientrare in partita mentre il sentore era che da un momento all'altro la squadra potesse sempre segnare un altro gol. Mattatore della serata, inutile dirlo, D'Ausilio con 4 assist e giocate di alta classe: gli è mancato solo il gol ma sulla destra ha letteralmente fatto impazzire la difesa dei falchetti. Patierno una sentenza, trasforma in gol ogni pallone che piove dalle sue parti; bene anche Sounas che oltre a disegnare calcio a centrocampo ha trovato un'altra doppietta ed è già a quota 5. Un Avellino che ora gira a mille in tutti i reparti, anche la difesa non è mai andata in affanno, Iannarilli si è dovuto sporcare i guanti solo nel finale guadagnandosi anch'egli la pagnotta. 

E ora l'Avellino si ricandida a squadra da battere in questa stagione: peccato solo aver perso sei giornate ed essere a -6 dalla vetta, ma con gli scontri diretti ancora da giocare tutto è possibile. Ora c'è un altro esame importante per confermarsi, andare a vincere anche in casa della Juventus Next Gen, nella trasferta più lunga della stagione, squadra in difficoltà in questo avvio di campionato con soli 6 punti guadagnati. E' il momento di accelerare e non fermarsi, il terreno da recuperare è tanto, ma con un motore a pieni giri non sono consentire soste, "se non sulla vetta"...


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