ESCLUSIVA - Iacono (ag. Maisto): "Felici del percorso di Francesco ma restiamo coi piedi per terra e presto vedrete il suo vero potenziale"
Francesco Maisto è senza dubbio una delle rivelazioni dell'Avellino 2022/23. Nonostante un avvio in salita per la squadra e un cambio allenatore in corsa, alcune individualità si sono comunque messe in evidenza: l'attaccante Russo, i difensori Moretti e Auriletto, e appunto il centrocampista Maisto. Di lui si parla soprattutto per la giovane età (è un 2003) e perché arrivato per far parte della Primavera per poi ritrovarsi proiettato in prima squadra anche con buoni risultati, al punto da aver trovato anche una certa continuità sotto la gestione Rastelli. Per conoscere meglio il ragazzo, il suo percorso e le ambizioni future abbiamo interpellato il suo agente, Roberto Iacono, che insieme a Claudio Parlato ha la procura del giovane centrocampista.
“In primis è doveroso puntualizzare il percorso di Francesco – spiega Iacono a TuttoAvellino.it -, parliamo di un percorso importante, ha fatto parte del settore giovanile del Napoli, successivamente è andato a Perugia e da lì se ne è innamorato il ds della Primavera della Paganese, Mario Aiello, che strenuamente ha fatto richiesta per portarlo a Pagani. Il ragazzo per motivi ambientali ha deciso di seguire il direttore e in un momento di difficoltà personale a ha deciso di rimettersi in discussione a Pagani facendo un passo indietro scendendo in Primavera 3. Con il passaggio del direttore Aiello ad Avellino siamo andati anche noi in Irpinia, con la massima umiltà e con la consapevolezza che la Primavera fosse un punto di partenza per la prima squadra. Ringraziamo in primis il direttore De Vito che immediatamente ha puntato sul ragazzo ma anche mister Taurino e successivamente Rastelli, alle affermazioni sono seguite i fatti e di questo ringrazio i direttori e la società Avellino”.
Avreste scommesso quindi su un approdo in prima squadra già da quest'anno?
“Io seguo il ragazzo da tre anni e lo conosco alla perfezione, posso affermare che si tratta di un ragazzo che sia fisicamente che tecnicamente rappresenta quasi un unicum, ce ne sono pochi di 2003 con queste caratteristiche: destro e sinistro, oltre 1.85 di altezza, un ragazzo che tecnicamente e fisicamente è importante. Poi subentrano tanti fattori, la maturazione mentale, il ragazzo aveva bisogno di un ambiente che lo aspettasse e gli facesse sentire fiducia. Prima Aiello e poi l'Avellino in tutte le sue componenti, lo hanno accompagnato bene. Francesco ha la fortuna di giocare in una squadra in cui il mister ma anche i suoi compagni gli vogliono bene, lo consigliano, lo seguono e si sente un ragazzo ben voluto e aiutato da tutti. Parliamo dell'Avellino e di giocatori di categoria superiore che possono solo dargli consigli importanti”.
Come si sta trovando Francesco in questa avventura?
“Benissimo, quando giochi in una società blasonata come l'Avellino ed hai la fortuna di farti voler bene sia dal mister che dai compagni, non puoi che essere felice. Credo che siamo capitati nel posto giusto nel momento giusto, spetta a lui ora continuare in questo percorso di crescita a testa bassa e con umiltà, ascoltando i consigli di tutti. Si parla di Maisto perché è un 2003 ma tutta la squadra Avellino sta facendo bene nell'ultimo periodo, più che parlare di Francesco sarebbe necessario parlare di tutta la squadra che facilita il suo inserimento”.
Tatticamente qual è il suo ruolo preferito?
“Lui nasce trequartista, ha sempre fatto quel ruolo, parliamo di un ragazzo con una struttura fisica importante, ambidestro che grazie agli insegnamenti del mister e con la sua maturazione può giocare anche mezzala perchè sta migliorando in entrambe le fasi, ma parliamo di un ragazzo le cui caratteristiche sono più offensive che difensive”.
Lui al momento ha un contratto di addestramento con l'Avellino.
“Ha un addestramento, anche su questo ci siamo affidati in toto ai direttori perché in questi mesi dovremmo discutere del resto ma in questo momento non è un argomento di nostro interesse perché puntiamo a continuare il percorso di crescita e le attenzioni sono dedicate al campo e non al contratto, che potrebbe distoglierci dai fatti del campo. Ne abbiamo parlato a inizio anno e oggi non è argomento di attualità perché ora pensiamo al Monterosi. Alla 14esima presenza in prima squadra scatta il contratto da professionista, sono regole federali, ma noi abbiamo piena fiducia nel direttore De Vito e nel presidente D'Agostino, sia io che Claudio Parlato siamo concordi nel dire che il contratto attualmente non è un argomento di nostro interesse. Con lui parliamo solo della partita successiva, del resto non ne parliamo. Bisogna avere calma, pazienza sia quando le cose vanno bene sia quando vanno e continuare a lavorare”.
L'Avellino ha comune mostrato interesse nel tutelare un ragazzo che rappresenta un patrimonio anche in ottica futura.
“L'Avellino segue quotidianamente la crescita del ragazzo mettendo a sua disposizione ogni struttura possibile per contribuire al suo percorso. Il ragazzo è seguitissimo e voluto bene sia dalla società che dalla squadra, inutile dire che è un orgoglio per il ragazzo giocare per una squadra blasonata come l'Avellino e spero che la società sia felice di avere un ragazzo come Francesco in rosa”.
Ci sono interessi da altre squadre, anche di B?
“No, se lo confermassi significherebbe che sia io sia il ragazzo pensiamo ad altro, sono 4-5 partite che abbiamo avuto la possibilità di giocare e penso sia prematuro e sbagliato dopo così poche partite parlare addirittura di categoria superiore. Penso che il percorso che dobbiamo affrontare è ancora lungo e tortuoso e di conseguenza dobbiamo, io e Claudio Parlato come procuratori, contribuire affinché il ragazzo pensi solo al campo, sarebbe troppo facile parlare ora di categoria superiore. Lasciamo il ragazzo tranquillo, siamo ad Avellino e con tutto il rispetto siamo in una delle piazze più importanti d'Italia, se dobbiamo arrivare in una categoria superiore speriamo sia con l'Avellino”.
Anche perché è un ragazzo giovane e non deve bruciare le tappe...
“In ogni cosa la memoria è fondamentale, non dobbiamo dimenticarci delle difficoltà affrontate più per rapporti umani che per questioni di campo nelle esperienze precedenti. Dopo due mesi di buone prestazioni volare alto credo sia una cosa sbagliata e troppo facile. Pensiamo a un percorso di crescita perché probabilmente, come dico che dobbiamo restare con i piedi per terra, dico anche che quello che Francesco ha dimostrato fino a oggi non rispecchia appieno le sue potenzialità. Spesso scherzo con lui sulle percentuali di inserimento in prima squadra ed entrambi conveniamo che il percorso è lungo e dobbiamo lavorare ancora tanto affinchè tutti conoscano il vero Francesco Maisto”.