Voria: "Brutto vedere un Partenio così vuoto, ma il calcio moderno sta facendo allontanare tanti tifosi. Playoff? L'Avellino dirà la sua"
Gill Voria, ex difensore dell'Avellino, attuale tecnico dell'Under 17 del Siena, ha parlato a Sportchannel 214, alla trasmissione Calcio d'Inizio.
Queste le sue parole: "Il caso Catania e il Foggia? Voglio essere educato e gentile. Sul Catania era un libro già scritto da anni, si sapeva che l'epilogo sarebbe stato quello. La Lega Pro è da anni che ormai non riesce a reggere tutti questi costi e tante squadre rischiano di saltare ogni anno. Non è più un calcio come 20 anni fa, qui ogni anno si rischia di vedere campionati falsati".
Sull'Avellino: "E' una squadra forte, che voleva ottenere qualcosa in più di quanto ha fatto. In Serie C i lupi giocano sempre per vincere. E se non vinci ti manca sempre qualcosa. Tifosi un po' delusi? Ci può stare, ma Avellino è una piazza che basta un buon risultato nella prima gara dei playoff e il Partenio si riempie. E' stato brutto quest'anno vedere così pochi tifosi allo stadio, Avellino merita altro, ma bisogna anche fare i conti con l'emergenza che stiamo vivendo. Ho visto un pubblico un po' demoralizzato, e questo ad Avellino poche volte l'ho visto. Forse c'è anche un po' di disinnamoramento verso questo calcio moderno. Ma penso che è questo quello che vogliono i vertici del calcio mondiale, allontanare i tifosi dallo stadio".
Su Foggia-Avellino: "Sarà una partita bella, conosciamo tutti il calco di Zeman, così puoi prendere 3 gol, così come puoi farli tu. L'Avellino deve fare la sua partita, non dare spazi al Foggia e fare attenzione. Sarà un bel banco di prova in vista dei playoff".
Sui playoff: "Mi aspettavo che la Reggiana vincesse il campionato ma Tesser con il Modena si è dimostrato un grande allenatore. Nel girone A direi il Padova, queste forse sono le due squadre favorite, Reggiana e Padova, ma l'Avellino può giocarsela".
Sul settore giovanile: "Ci sono tanti amici, io sono cresciuto con Tonino Iandolo, ho un grande rapporto, mi ha cresciuto che avevo 13-14 anni. E' stato il primo che mi ha insegnato la "Legge del Partenio", la famosa linea a terra, che se l'attaccante la superava erano guai. Sono insegnamenti che ripeto ai miei allievi, è un calcio che amo, che ora non esiste più. Ora si segue troppo calcio in tv, con il tiki taka, la Spagna, Guardiola. Non è più il mio calcio".