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Alberani: "La figura di un manager non irpino può aiutare l'Avellino. Piazza troppo legata a quei 10 anni di Serie A, si deve guardare avanti". E su De Vito...

di Marco Costanza

Nicola Alberani, attuale manager dello Strasburgo Basket, con un lungo passato in Irpinia, con la Scandone ma anche come manager dell'Avellino, ha parlato a Radio Punto Nuovo della figura di un manager, che in questo momento la società biancoverde sta cercando. 

Queste le sue parole: "L'Avellino Calcio e basket hanno due tipi di supporto diverso. L'ho vissuto sulla mia pelle avendo lavorato in entrambe le realtà cittadine. Lavorare da fuori forse aiuta di più. Come accadde a me al mio arrivo in Scandone. Il famoso detto "Nemo propheta in patria" nessuno è profeta in patria, mi trova d'accordo. Avellino ha molta passione sia per il basket che per il calcio. Ma sul calcio avendoci lavorato, posso dire che c'è una passione quasi unica. C'è un altro modo di vivere il club. Un dirigente che viene da fuori mi auguro che possa portare quello scatto in avanti. Cito un altro detto della mia terra "Senza lilleri noin si lallera". L'importante quindi è che ci sia passione, disponibilità economica e un progetto serio per far sì che l'Avellino possa venire fuori da queste sabbie mobili. Quello che posso dire che secondo me un dirigente da fuori ha maggiore chance per fare bene". 

Sull'ambiente: "Quello che posso dire ai tifosi, è che devono cercare di guardare avanti e non restare fermi a quei 10 anni di Serie A. Ricordo che all'epoca ci fu una polemica per questo fatto, i tifosi è giusto che siano legati alla storia, ma bisogna guardare avanti. Per esempio, io auguro al basket avellinese di rinascere e di guardare avanti, non rimanere ancorati a questi 20 anni della Scandone in massima serie e delle coppe europee che abbiamo giocato. La vita va avanti, si deve guardare al futuro, con l'orgoglio del passato". 
Su De Vito: "Enzo è bravo con la b maiuscola. Forse il fatto di lavorare in casa può pesare, come detto prima del profeta in patria. Faccio un esempio personale. Io sono di Forlì e per me vale lo stesso lì.Quando lavori a casa sei più debole, è capitato a che a me. Lì non sono il direttore, ma sono Nicola, il figlio di un amico di papà, il cugino di quello, il parente di quell'altro.De Vito è un ottimo dirigente, ha fatto grandi cose e parliamoci chiaro, a quell'Avellino che vinse il campionato di Serie D, dietro c'era una lunga mano di Enzo e senza di lui chissà se lo avremmo vinto quel campionato lì". 
Sulle strutture: "Ben venga il nuovo stadio. Anche a Strasburgo stiamo facendo una battaglia in  questi mesi sulle strutture. Ad Avellino uno stadio migliore servirebbe, è un po' zoppo l'attuale stadio. Sarebbe ottimale un cambio anche per dare uno sguardo al futuro". 


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