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Bastien: "Avellino tappa fondamentale, grazie a Tesser, Soumaré e Mokulu (che è mio cugino)"

di Domenico Fabbricini

Bella intervista di Samuel Bastien alla Gazzetta dello Sport oggi, presentato come la sorpresa del Chievo, il belga racconta la sua carriera passando ovviamente anche da Avellino: "Mi ha visto il figlio del presidente Taccone. Io avevo chiesto all'Anderlecht di andare a giocare. Devo tanto al Belgio e ai due club dove ci sono due grandi centri di formazione... Avellino è stata una tappa importante, anche Verratti e Insigne sono partiti dalla B. Ho giocato tanto e dopo il gol a Brescia mi sono sbloccato. L'avvio è stato difficile, tanta tattica, non parlavo la lingua. Bravo l'allenatore Tesser, splendidi i compagni Soumaré e Mokulu".

E a proposito di Mokulu, Bastien spiega come ha scoperto poi essere suo cugino: "Ci ha pensato mia nonna con la quale ora mi sento tutti i giorni. Con un caro amico ho ritrovato prima il mio fratello di sangue, poi mia mamma e quindi la nonna. Che quando ha saputo che avevo giocato con Mokulu mi ha detto 'guarda che è tuo cugino'".

Sul caso Muntari: "Quando giocavo con l'Avellino un paio di volte mi hanno gridato 'negro di m...'. Ho sempre risposto col sorriso. Restano ignoranti, ma io ho la testa giusta. E voglio arrivare".

Il miglior giocatore belga? "Che domande. Hazard".

 


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