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Perinetti: "Ad Avellino c'è una proprietà che fa lavorare e rispetta i ruoli. Mercato? Non mi sembra giusto parlarne ora". E Su Rastelli...

di Marco Costanza

Giorgio Perinetti, amministratore dell'area tecnica dell'Avellino, ha parlato a Sportitalia soffermandosi sul momento in casa biancoverde e sugli obiettivi. 
Queste le sue parole: "Passaggio da Rastelli a Pazienza? Chiaramente la decisione di riconfermare Rastelli è stata chiara e voluta da tutti. Le risposte che avevamo avuto rispetto ad alcuni problemi che avevamo visto in estate non erano state soddisfacenti dopo due partite e quindi si è deciso per un cambio rapido. Pazienza era un allenatore che già in estate avevamo preso in considerazione, poi abbiamo deciso di continuare con Rastelli. Quando abbiamo deciso di cambiare per fortuna Pazienza era ancora libero. Il mister ha riportato i ragazzi con i piedi per terra, ha dato un vestito giusto alla squadra, poi con i 5 cambi è bravo anche ad interpretare le gare. Credo che abbiamo trovato un allenatore che può dare un significato non solo all'Avellino ma anche al suo futuro da professionista. Ora bisogna andare avanti, la gara con il Francavilla è più difficile di preparare rispetto a Catania. Quella del "Massimino" è una sorta di derby, che si prepara da solo, anche per le motivazioni extra che ci sono. Ma le vittorie del campionato passano anche da queste gare come col Francavilla e abbiamo visto con il Monterosi come ogni partita sia difficile".
Rapporto con D'Agostino: "Ad Avellino c'è una proprietà ambiziosa, che fa lavorare e rispetta i ruoli, ti ascolta, si dialoga con grande educazione e serenità, ed è quello che mi ha colpito quando ho parlato la prima volta col presidente e mi ha spinto ulteriormente ad accettare questo compito". 
Sul mercato: "Il mercato ci sarà a gennaio, valuteremo qualcosa, ma parlare di mercato oggi significa sminuire quanto fatto oggi da questi ragazzi. In estate abbiamo costruito un organico per un 4-3-1-2, Pazienza ha fatto un nuovo modulo, quindi qualche valutazione da fare c'è, ma la faremo più in là". 


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