Sgarbi: "La mia è una malattia per il calcio, come l'Avellino lo è per i tifosi. Sono entrato in sintonia con questa piazza subito. Amo il calore della gente"
Lorenzo Sgarbi, attaccante dell'Avellino, ha parlato a Contatto Sport, format di Prima Tivvù, dove si è soffermato su diversi temi, il suo inizio di stagione, l'impatto con l'ambiente biancoverde e gli obiettivi.
Queste le sue parole: "Destra o sinistra? Non ho una preferenza, in passato ho giocato più a sinistra, mentre l'ultimo anno ho giocato più a destra e da lì ho iniziato a giocare con maggiore costanza a destra. Ma se c'è bisogno gioco anche in porta".
Impatto positivo: "Quei tre anni fatti nella Primavera del Napoli mi hanno fatto crescere tanto, era la mia prima esperienza fuori casa e sono cresciuto molto. La mia non è una passione per il calcio, è una malattia e credo che anche in questi tifosi, l'Avellino non sia una passione, ma una vera malattia. E per questo credo che mi sono inserito subito bene in questa piazza".
Assist o gol: "Ho sempre fatto più assist che gol, quindi per quello dicevo in qualche intervista che preferivo fare più assist. Quest'anno sto facendo anche qualche gol in più e ben venga".
Rapporto con i compagni di reparto: "Non è scontato avere un bel rapporto. E questo legame che c'è tra di noi credo di non vederlo in tanti club. C'è un bel rapporto, in attesa anche di Russo, lo conosco e spero che possa tornare al top presto, perchè ci darà una grande mano".
Premio miglior giocatore di ottobre in Serie C: "Riconoscimento importante, me lo tengo stretto, mi faccio forza, sperando di continuare sempre così".
Doti atletiche: "Fin da piccolo ho partecipato a tante gare, a sport vari, atletica, basket, corsa. Poi ho vinto alcune gare regionali e nazionali. Potevo continuare a fare atletica, però nel sangue c'era il calcio".
Sulla trattativa: "Casualmente mi sono ritrovato al mare con Ricciardi, con cui avevo giocato nel Legnago. Parlando di mercato, iniziammo a parlare dell'Avellino, gli chiesi com'era l'ambiente lì. Mi fece vedere un video dei tifosi e del calore del pubblico, e il giorno dopo dissi ok, vengo ad Avellino".
Sul Napoli: "E' un vanto che comunque il Napoli non mi abbia lasciato andare definitivamente, ma io ho un obiettivo per quest'anno, sappiamo tutti qual è e ora siamo concentrati per questo obiettivo".
Paragone con Castaldo: "E' stato uno degli attaccanti più forti che ha giocato all'Avellino. Ricordo da piccolo che lo vedevo e dicevo, che grande giocatore. Lo ringrazio per i bei complimenti".
Miglioramenti: "Certamente, se all'inizio potevo essere una sorpresa, ora sto lavorando per trovare delle nuove soluzioni, visto che magari mi studiano meglio e raddoppiano".
Sul Giugliano: "Sarà una gara tosta, sono dell'idea che possa pesare il risultato con il Benevento per la gara di domenica".
Sofferenza in casa: "Magari quando ci sono squadre che ti aspettano è sempre più difficile, con squadre che giocano a viso aperto magari troviamo maggiori spazi. Ma ogni partita ha una storia a sè".
Su Casarini: "Ho avuto la fortuna di conoscerlo in ritiro. Ho avuto subito l'impressione che fosse di un'altra categoria. Poi quando è stato reintegrato, sono stato felicissimo, al di là della scelta di D'Amico, che non sta a me giudicare. Ma su Casarini, sono felicissimo che sia rientrato in gruppo".
Sui tifosi: "L'accoglienza da Catania è stata da brividi. ma sono immagini che partono dalle 11.30 del giorno prima, con 1.500 persone che ci hanno caricato. E' stato davvero stupendo. Non smetteremo mai di ringraziarli, andare sotto il settore ospiti vuoto a Catania per ringraziarli, è stato un atto d'amore".
Messaggio ai tifosi: "Sono uno dei primi che sogna, ma non sono cose inarrivabili. Giorno dopo giorno ci stiamo avvicinando a quel sogno. Domenica affronteremo un avversario tosto e volenteroso. Ai tifosi dico di fidarsi, perchè continueremo fino alla fine a dare il massimo per questi colori".