Benevento in Serie C, Vigorito: "Il futuro è un rebus. C'è da riflettere. Meritiamo altri palcoscenici? Da imprenditore sarei un bugiardo a dire di sì"
Il Benevento da ieri pomeriggio è ufficialmente in Serie C, e lo sarà ovviamente nel girone C, quello dell'Avellino. Si riapre quindi una rivalità che mancava da 5 anni, Dal 2018, quando i lupi furono estromessi dalla Serie B.
Conferenza stampa fiume del presidente Oreste Vigorito, al termine della gara contro il Modena, con il presidente delle streghe che ha parlato anche del futuro del club, che interessa anche per vie trasversali all'Avellino, visto che il Benevento sarà certamente una rivale per tornare in Serie B.
Queste le parole di Vigorito riportate da Ottopagine: "Sono venuto per salutarvi, era l'ultima partita al Ciro Vigorito, anche per spiegare una cosa che ha fatto sorridere qualcuno o che non è stato ben compreso sulla giornata giallorossa. Pensavo di invitare la gente a venire allo stadio, non ho pensato che potessi penalizzare gli abbonati. Non ho mai fatto niente per speculare. È stato un errore di comunicazione, di certo non avevo intenzione di far pagare in questo momento. Questo giorno è arrivato e ha radici lontane. Dobbiamo pensare a ciò che abbiamo fatto e poi vedere se c'è futuro. Sembra che tutti si siano laureati in diritto sportivo, tutti sanno cosa deve fare il presidente Vigorito, ma qualcuno deve cominciare a pensare a chiedersi cosa si debba fare per la città. Io opero in questa città, opero come imprenditore ed è chiaro che sono sorti che sento. Il futuro? Non è il momento. La sconfitta qualche volta batte gli uomini, a volte li distrugge e altre li fortifica. Apprezzo chi pensa di poter andare avanti, mentre apprezzerei chi mi dice come andare avanti. Se non si scoprono le cause per cui si è andati in C, allora ce le porteremo anche in C e poi sarà facile fare un altro salto indietro. Facciamoci tutte delle domande. Mi hanno fatto piacere gli attestati di stima soprattutto da parte dei giovani, questo è sicuramente una base".
E ancora: "Se dovessi dire che Benevento è una piazza che merita palcoscenici diversi, da imprenditore sarei un bugiardo. Quando dovevamo andare in C1, la gente mi fermava dicendomi che ci sarebbe stata l'onda giallorossa: cosa che non avvenne. In serie B mi dicevano che serviva un altro stadio, ma gli abbonati sono sempre stati pochi. A livello personale credo che in nessun'altra città avrei ottenuto così tanto affetto. A livello di calcio, invece, devo pensare di aver aperto un supermercato, ma la gente va ancora in salumeria. Devo pensarci. Se devo continuare uno spettacolo per poi essere circondato da persone che hanno il diritto di non amare il calcio, allora il progetto del calcio in questa città non è più quello di prendere in serie C calciatori come Castaldo, Evacuo o Clemente".