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Alvino: "Come storia, dopo il Napoli in Campania c'è l'Avellino. Se si creasse un sistema di collaborazione, il calcio campano diventa una potenza imbattibile"

di Marco Costanza

Carlo Alvino, storico giornalista del Napoli, ha parlato al podcast Santo Catenaccio, dove si è soffermato anche sull'Avellino. 

Queste le sue parole in merito ai lupi: "Io faccio riferimento sempre alla Campania Felix, alla Campania fertile di calcio. Purtroppo al Sud ogni piazza pensa al proprio orticello, al proprio campanile, alla rivalità tra città varie. Vedi in Campania, ogni capoluogo è rivale o quasi. Però pensare a una sorta di cooperazione o collaborazione, con il Napoli capostipite e poi piazze storiche alle spalle, su tutte l'Avellino, sarebbe importante. Non me ne vigliano gli amici di Salerno, ma per storia dopo il Napoli in Campania c'è l'Avellino. Io ho vissuto i 10 anni dei lupi in Serie A, e quindi la rivalità per me è sempre quella. Poi per carità, ora Salerno sta facendo un nuovo corso e può prendersi la scena che merita, così come ha fatto il Benevento, che ha fatto sali e scendi e ora mi auguro salvi almeno la Serie B. Spiace per Caserta che sembra scomparsa dal calcio che conta. Senza contare le altre realtà: Nocera, Castellammare, Giugliano, la Gelbison che si affaccia al professionismo e raccoglie un ampia parte del Cilento. Insomma, se si creasse davvero un sistema e una collaborazione, lo dico con un pizzico di presunzione, il calcio campano diventa una potenza imbattibile. L'ingegno, la scaltrezza, l'intelligenza, fa parte dell'uomo del Sud ed è un peccato che magari qui in Campania bisogna vivere di campanilismi ed essere divisi". 


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