Maglione: "Avellino e Benevento non sono fuori dai giochi. I lupi soffrono l'obbligo di dover vincere. Non c'entra casa o fuori casa. Noi giochiamo con spensieratezza"
L'avvocato Francesco Maglione, consulente della Juve Stabia, ha parlato in esclusiva a Radio Ufita, dove ha parlato del campionato, la sorpresa Juve Stabia, le difficoltà di Avellino e Benevento e tanto altro.
Queste le sue parole: "E' un bellissimo campionato, incerto e diverso rispetto ai precedenti campionati. Un campionato che sta premiando tre squadre, noi, Sorrento e Picerno, che stanno facendo un calcio sostenibile economicamente, valorizzando i giovani, facendo giocare gli Under e prendere anche i contributi del minutaggio. Tre squadre che fanno la forza del collettivo la loro prerogativa. Le metto tutte e tre sullo stesso piano, abbracciando e facendo un complimento a queste società che hanno capito la cultura di come fare calcio in Serie C. Negli anni precedenti, nel girone C non era mai accaduto, perchè questo girone gli anni scorsi ha premiato quelle società che hanno speso di più, che hanno avuto un budget enorme, vedi Ternana, Bari e Catanzaro l'anno scorso. E quest'anno Avellino e Benevento. Io dico che rimane ancora una corsa a due, tra i lupi e il Benevento e ritengo che queste due squadre sono ancora le due favorite per vincere il campionato o almeno non sono ancora fuori dai giochi, visto che manca ancora un terzo di campionato. Però va dato un premio a queste tre società, che stanno lavorando benissimo. la mia è una analisi molto obiettiva e serena".
Sulle difficoltà dell'Avellino: "L'Avellino sta vivendo un campionato un po' particolare. Credo io, sta avendo ancora un assemblamento della rosa, dopo il mercato di gennaio. Io ho sempre creduto al calcio dei giovani, ricordate quanti ne portai ad Avellino, Grieco, Di Cecco, Porcari. Io credo che siano il futuro del calcio, ma questo deve anche passare tramite un programma societario, dove c'è l'obbligo oneroso di dover vincere il campionato. la classifica sta premiando tre realtà che hanno tre allenatori che hanno una filosofia di gioco precisa, che premia il collettivo. Il calcio non è solo l'emblema dell'individualità. Non si vince con i singoli, parlo del Catania e la stessa politica che ha avuto l'Avellino, che ha nei singoli forse un collettivo fortissimo e lo stesso Benevento. Il calcio è un gioco di squadra, è un collettivo e Juve Stabia, Picerno e Sorrento stanno facendo vedere questo".
Sulle difficoltà interne dell'Avellino: "Non credo che le difficoltà dell'Avellino sono dovute a giocare al Partenio. Anche in casa l'Avellino aspetta le avversarie per provare a ripartire. Il problema secondo me è un altro. Io darei molto importanza all'aspetto psicologico e mentale. Quando hai l'obbligo categorico di vincere, io credo che lo paghi. Non è vero che c'è, la pressione del pubblico, tutti vogliono giocare ad Avellino. Il pubblico spinge questa squadra, ricordo la promozione del 2007, furono i tifosi a spingerci. Ma quando hai l'obbligo categorico di vincere, vuoi per investimenti fatti, vuoi per la storia e blasone della società, anche i giocatori più esperti possono sentire quel macigno. Un macigno che magari i giovani possono aiutare a portare. Perchè giocando in maniera spensierata, leggerezza mentale, non danno peso magari a determinate cose. Il segreto della Juve Stabia, o lo stesso del Picerno, è questo, giocare partita per partita, giocare un calcio spregiudicato e libero, perchè non hai l'obbligo di vincere per forza. Questo fa la differenza, non c'entra giocare in casa o fuori casa. Non c'è nessuno ancora fuori dai giochi, l'Avellino è in corsa, il Benevento stesso e il Picerno. La Juve Stabia guarda partita dopo partita, domenica dopo domenica e pensiamo a vincere una gara per volta. Ma per me resta un campionato molto bello, incerto fino alla fine, una cosa diversa rispetto agli anni scorsi, quando Ternana, Bari e Catanzaro vinsero con diversi punti di vantaggio".
Annata fallimentare per Avellino e Benevento?: "Non credo, anche se non dovessero salire in B. Il vantaggio di questi club è avere proprietà forti alle spalle, così come il Catania e quindi possono riprovarci anche negli anni prossimi. Le garanzie di queste piazze è di essere in mano di proprietà solide. Poi è chiaro ne vince una sola, e si torna al discorso psicologico, e non c'entra casa o fuori casa. L'obbligo di vincere è davvero pesante".
Un giovane della Juve Stabia che può esplodere: "Certamente scommetterei su Leone, centrocampista centrale. è un 2001, scuola Juventus, un giocatore che avrà un futuro. Ha qualità e caratteristiche che possono farlo davvero esplodere. La crisi del calcio italiano è perchè non si appoggiano più i giovani e la Serie C deve essere la categoria proprio per forgiare i giovani. Vedete la Juventus Under 23 quanti giovani ha portato alla prima squadra. Allegri quanti giovani sta lanciando, che sono cresciuti in Lega Pro, e vedrete che questo accadrà anche all'Atalanta. Capisco che in grandi piazze non interessi il giovane, come ad Avellino, che si pensa ad andare in Serie B. Ci sono stato lo capisco e lo comprendo, comprendo i tifosi, ho vinto un campionato, ho grande rispetto per questa piazza, ma la Serie C deve avere un'altra missione, quella di lanciare i giovani".
Un messaggio a Perinetti: "Un grosso in bocca al lupo, è una sana rivalità,m corretta e leale. Loro sono partiti con ambizioni diverse, noi stiamo andando al di là di ogni aspettative. Abbiamo un allenatore come Guido Pagliuca, che sta facendo cose straordinarie, che non era mai andato fuori dalla Toscana ed era semi sconosciuto per tanti. E' un allenatore che dà una precisa identità, tecnico e tattica, un può come è stato il segreto di Spalletti a Napoli. E lo stesso lo dico per Longo a Picerno e Maiuri nel Sorrento".