Montervino: "Avellino è una piazza storica, con una proprietà forte. Annata no, ma sono certo che chiunque ci sarà farà bene l'anno prossimo"
Francesco Montervino, ex ds del Taranto, attualmente direttore sportivo del Casarano, è intervenuto ai microfoni di Radio Punto Nuovo, per parlare del girone C di Lega Pro, e sull'Avellino.
Queste le sue parole: "E' stato un campionato abbastanza particolare, con una squadra che ha distrutto il girone, che ha vinto il campionato in maniera meritata, ovvero il Catanzaro. Poi alcune squadre che si sono alternate, come Crotone, Pescara, Foggia, che non hanno avuto una grande continuità ma il loro lo hanno fatto. E poi un gruppone di 10-11 squadre quasi allo stesso livello, che ora sono in zona playoff e che la distanza tra chi può andare ai playoff e ai playout è minima".
Sull'Avellino: "Come ripartirei? Innanzi tutto non credo che io da ds di altra squadra possa dare la mia visione delle cose su come si possa proseguire. Non è mai facile fare bene e vincere. E poi ti ritrovi con una serie di problemi che ti alterano la stagione. Quindi il compito della proprietà e di Enzo De Vito, insieme ai tecnici è stato durissimo. Il presidente saprà benissimo come ripartire, se continuare con Enzo De Vito e Rastelli. Posso solo dire che chiunque ci sarà farà bene. Avellino è una piazza storica e sono certo che ha la proprietà giusta per poter ripartire con forza e determinazione".
Sul dg: "Non è altro che un uomo del presidente, all'interno del gruppo. E' la persona che garantisce al presidente che i suoi investimenti siano tutelati. Funge da cuscinetto tra l'area tecnica, con ds e mister, e l'area economica, che è il presidente. Un dg deve tutelare, curare gli interessi della proprietà, mettendo un carico su determinate scelte, anche tecniche, dove però non bisogna interferire più di tanto".
Sulla programmazione: "Oggi si abusa troppo della parola programmazione e progettualità. Bisogna rimanere fermi sulle proprie idee e proprie scelte. Bisogna essere fermi sulle proprie scelte, facendo tesoro sugli errori fatti, e comunicare alla piazza che questo è il programma, presentando le idee e facendo capire come si possa vincere tramite un programma. La squadra fatta era una squadra con elementi molto importanti, che sono andati al di sotto delle proprie potenzialità. Ma magari le responsabilità vanno date anche agli stessi calciatori che hanno fallito. Poi il peso della maglia può essere un altro fattore, con una tifoseria importante e una proprietà seria. Poi spesso la colpa non è solo dei presidenti e degli allenatori o dei direttori. Ci può essere un concorso di colpe che possono essere di tutto l'ambiente, tra cui stampa e tifoseria. "