Il presidente dell'Avellino, Angelo Antonio D'Agostino, è stato ospite del format di Irpinia TV, Linea Verde Sport dove ha raccontato le sue emozioni per la promozione in B, ripercorrendo tutte le fasi di questa stagione (e non solo) e analizzando anche il futuro.
Queste le sue parole: "Stiamo metabolizzando questa promozione, c'è grande entusiasmo ovunque, nonostante sia passato oltre un mese, anche la scorsa settimana a Bagnoli bella festa in piazza, ci sono ancora altre iniziative e sono contento. E' davvero bello raccogliere tutto l'entusiasmo dei tifosi. E la cosa più bella è vedere una Provincia intera in festa, è una tifoseria molto esigente, che pretende anche molto, ma sa darti calore ed entusiasmo".
Basta poco per far svanire l'entusiasmo: "Noi sappiamo che tutta questa gioia, questa euforia, l'abbiamo conquistata con sacrifici, con anni di lavoro. E sappiamo che basta poco per cancellare tutto, e tornare a dove eravamo a settembre, alle contestazioni, ai cori offensivi e altro. Noi sappiamo da dove veniamo, non sempre le cose vanno come si vuole. Ma nei momenti difficili bisogna spingere e tenere duro. Abbiamo visto a inizio stagione, dopo 5 giornate ci davano già per spacciati, i più scettici parlavano già di fallimento, altra annata buttata. E invece abbiamo saputo reagire, io per carattere non sono una persona che si arrende. E ci abbiamo creduto anche nel momento più difficile, arrivando a vincere".
Se pensava che sarebbe stato così difficile andare in B: "No, è vero, non pensavamo che fosse stato così complicato uscire da questa categoria, è stata una impresa difficile. Il calcio non è una scienza esatta, si può mettere in campo tutte le risorse migliori ma alla fine ci sono sempre dei valori che vanno incastrati, con l'ambiente, la serenità, persone giuste al posto giusto. E' stata una impresa difficile, certo, all'inizio pensavamo che potesse essere anche più facile, ma è andata in maniera diversa".
Percorso di crescita: "Da neofiti del calcio professionistico, quando abbiamo rilevato il club 5 anni fa, abbiamo cercato di prendere in società professionisti importanti del settore, anche per crescere anche noi, cercando di imparare da loro, poco alla volta. Nel calcio se non sei preparato non vinci. Quindi anche scelte come Perinetti, Rastelli, Di Somma, Braglia, in quel momento, erano scelte giuste, perchè volevamo vincere e quindi ci eravamo affiancati di gente esperta per poter vincere. Ma non basta solo questo. Ad un certo punto, quando, pure ingaggiando varie figure importanti, i risultati non arrivavano, abbiamo deciso, lo scorso settembre, di prendere noi le redini in mano, fare le nostre scelte. Dissi a Giovanni, sono anni che abbiamo seguito tanti professori, ora facciamo noi i professori. E quindi la scelta voluta, di mettere Biancolino in panchina, un uomo squadra, un uomo del club, affiancato da Mario Aiello come ds, una coppia che aveva già vinto con la Primavera. Abbiamo fatto questa scelta importante, anche criticata, ma abbiamo avuto il coraggio di insistere a andare avanti. Ci abbiamo creduto tutti insieme, arrivando anche ad essere più vicini alla squadra. Il segreto è cercare di non far mancare nulla alla squadra, essere sempre presenti, avere equilibrio e tenere unito lo spogliatoio".
Ingaggio di Lescano: "E' una storia a parte, non lo voleva nè mister Biancolino, nè mio figlio Giovanni. Ma io ho insistito, eravamo arrivati a ridosso delle prime, dopo un grande inseguimento, ci mancava quel poco che serviva per avere continuità e ho voluto fare un investimento. E alla fine, è stato determinante anche il suo ingresso in squadra. Siamo stati bravi. Abbiamo interagito con il presidente Antonini e siamo stati bravi a chiudere, anche perchè Lescano era in rotta con l'allenatore, Capuano, e loro il giorno dopo dell'accordo con noi, hanno cambiato allenatore, quindi abbiamo cercato di chiudere anche velocemente".
Momento clou: "Con l'arrivo di Biancolino, abbiamo iniziato ad ottenere vittorie di fila importanti, c'è stato un momento di flessione, ma poi siamo stati bravissimi, 11 vittorie di fila. Il momento dove ci abbiamo creduto tutti è stato dopo la vittoria di Catania. Lì abbiamo avuto la sensazione che ormai fosse fatta. Ci abbiamo creduto, ma nella vita, ogni cosa che si fa, se si è convinti, bisogna crederci sempre".
Esonero di Pazienza: "Quando si fa un esonero è sempre doloroso, anche perché uno ammette anche di aver sbagliato. Con Pazienza, scusate il gioco di parole, abbiamo avuto tanta pazienza. Trascinarsi le cose non serve. E vi spiego. Quando abbiamo perso con il Latina e il mister mi disse, "la squadra non mi segue più", ci sono rimasto male, perchè già dopo la prima giornata (la sconfitta per 4-1 a Picerno) avevamo avuto un confronto, ma disse che era tutto ok che i giocatori lo seguivano, che era stata solo una giornata storta. Se già lì mi avesse detto che non veniva seguito, avremmo magari guadagnato qualche settimana".
Su Rastelli: "La stessa cosa accadde un anno prima con Rastelli, tutti pensavamo di fare un anno straordinario, ma anche lì è stata una delusione. Se Pazienza, dal punto di vista professionale, non ha saputo gestire un gruppo importante, che voleva vincere, è mancato un po' in esperienza, nel caso di Rastelli non è mancata solo la professionalità, ma anche un po' l'uomo. Lo so che sono parole forti, ma bisogna dirle le cose. Se in una mia azienda, un elemento va male, io lo sostituisco, ma non è che gli si rinnova il contratto per un altro anno. Con Rastelli fu firmato questo, e questo dimostra che non avremmo mai vinto nulla. I soldi servono sì, ma prima c'è bisogno di attaccamento, di passione, di voglia di vincere, ed ad Avellino in quel momento non c'era tutto questo, c'era il chiaro ed evidente messaggio che si era interessati solo al danaro".
Pazienza a Benevento: "Sì, quando ha firmato con loro lo abbiamo visto come una sfida, noi crediamo e credevamo nel valore di Pazienza, credo sia un bravo allenatore. E' chiaro che la scelta di andare lì non tanto ci era piaciuta, ma sul campo abbiamo vinto contro tutti".
Area scouting: "Abbiamo ragionato sul fatto di poterla allargare, per permettere di individuare anche qualche giovane importante per la Serie B".
Il ritiro: "Stiamo parlando del ritiro, che è la prima importante scelta da fare. Stiamo ancora analizzando. Cascia? Forse no, è una novità proprio di oggi, ma andiamo sempre verso nord. Credo che in settimana ufficializzeremo la sede. San Gregorio Magno? Siamo stati bene l'anno scorso, ma rimanendo qui, diventa anche complicato fare amichevoli con squadre del nostro livello e quindi cerchiamo di fare un ritiro che ci permetta di fare amichevoli anche con squadre più blasonate. Bisogna sempre mirare al massimo, mai accontentarci".
Sul mercato: "Siamo stati fortunati da questo punto di vista perchè abbiamo alcune settimane di tempo in più per poter lavorare e stiamo già facendo il massimo con il direttore Aiello. Cercheremo di allestire una squadra che si strutturi per la Serie B. La Serie A? E nel cuore di tutti, ma dobbiamo creare le condizioni affinchè si possa tornare, ma bisogna investire su strutture, dal centro sportivo, allo stadio, a tanto altro".
La questione dei lavori allo stadio: "All'inizio avevamo lanciato anche la proposta di acquistare lo stadio, anche perchè il comune era in netta difficoltà, e noi volevamo acquistarlo per averlo pronto entro il 31 agosto. E anche questa notizia è stata strumentalizzata. Non ero felice di dover spendere soldi per acquistarlo, a noi se i lavori li faceva il comune, ci avrebbe fatto comodo. Era solo una proposta per portarci avanti. Ora sembra che una soluzione sia arrivata, mi auguro che i lavori partano presto. Qui ogni cosa che si fa, si specula. Il Partenio è rimasto così come è dagli anni '80, è uno dei pochi stadi vecchi in Italia. Ma ormai è un rudere".
Gli stadi da indicare per l'iscrizione: "Già fatto, è una prassi, abbiamo indicato lo Stirpe di Frosinone. E' quello più vicino fattibile, in Campania è impossibile ovunque, ma ci auguriamo di poter giocare al Partenio, credo che a giorni i lavori dovrebbero partire".
Cosa si aspetta dalla Serie B: "Arriveremo con entusiasmo, ci portiamo dietro la spinta della chiusura del campionato vinto, giocheremo con entusiasmo, senza paura di nessuno, cercando di fare una bella figura. La Serie B è una categoria diversa, ci saranno delle modifiche da fare, delle cessioni, ma siamo pronti. Ci sarà un confronto, vedremo cosa migliorare, sappiamo che ci attende un campionato complicato, difficile e noi dobbiamo prenderle le giuste contromisure per portare a casa l'obiettivo".
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