Antonio Matera, centrocampista dell'Avellino, è stato ospite della trasmissione "Un lupo in famiglia" di Prima Tivvù.
Queste le parole del giocatore: "Il mio approccio al mondo del calcio è avvenuto da quando ero bambino. Avevamo già un calciatore in famiglia che mi ha indirizzato. Il fratello di mia madre, Francesco Gesualdi, mio zio, ha giocato con Maniero nelle giovanili della Juventus, hanno vinto il campionato Beretti. Poi lui fece un incidente stradale e non c'è più. Io ora grazie a lui, che ricordo, da piccolo, mi ritrovo a giocare tra i professionisti. perchè mi ha inculcato la passione per il calcio. Con Riccardo spesso lo ricordiamo. Mi ricordo che ci chiamava, quando vedeva Del Piero, Buffon, i grandi della Juve e io da lì ho avuto la voglia di giocare".
Sul Benevento: "E' stato bello, anche se ho giocato poco comunque mi sono tolte tante soddisfazioni, abbiamo vinto il campionato. Ho giocato solo 5 partite, compresa la finale playoff, ma era poco per restare. Sapevo che a 20 anni dovevo crescere. La Serie B è un bel campionato, non facile. Non immaginavo certamente di giocare in Serie A ma speravo di avere una carriera almeno in B".
Sulla Cavese: "Sono stati due anni abbastanza intensi, tra Covid e problemi vari. Il primo anno siamo arrivati a marzo a 2 punti dall'Avellino in zona playoff. L'anno scorso siamo retrocessi, io ero stato messo fuori rosa insieme ad altri due ragazzi. Poi è stato peggio di andar di notte. Me la sono presa a male il fatto di essere fuori lista, facevo allenamento in orari assurdi, con la squadra a parte. E' stato pessimo. Pensavo che l'anno successivo saremmo dovuti andare a lavorare. Poi con il nuovo allenatore siamo stati reintegrati per fortuna, anche se poi la retrocessione era inevitabile".
Sul ruolo: "Sinceramente da sempre ho giocato come mezz'ala, che è il mio ruolo preferito. Non ho problemi ha giocare anche da play davanti alla difesa, ma mezz'ala è il mio ruolo. Poi, quando si gioca, va bene anche fare il portiere".
L'allenatore migliore: "Marco Baroni, a Benevento. Un allenatore forte, che mi ha fatto crescere sotto ogni punto di vista. Mi ha sempre spronato a far bene, io avevo 20 anni, mi faceva giocare anche come esterno d'attacco, ma ho avuto un bel rapporto con lui, sono felice di averlo conosciuto".
Il compagno con cui ha il miglior rapporto: "Ad Avellino ora ne ho tanti, ma anche in passato, ce ne sono stati".
La finale playoff del 2007: "Non la ricordo onesto. Non tifo Foggia, la mia squadra preferita è la Juve, come ho detto prima, grazie a mio zio. Non ho un legame con Foggia".
Giocatore preferito: "Ovviamente Del Piero. Il suo gol preferito? Una punizione contro il Real Madrid".
Rapporto con il procuratore: "Non è un rapporto di lavoro, ma fraterno, personale. Mi è sempre stato vicino e io a lui. Mi ha consigliato sempre alla grande, c'è un rapporto stupendo e sono fortunato".
Sulla trattativa: "E' stata una cosa molto veloce, ero senza contratto. Mi chiama il mio agente e mi dice che c'era la possibilità di Avellino. Io gli dissi che sarei andato anche a piedi il giorno dopo. Non vedevo l'ora di esserci. Da casa mia ad Avellino sono due ore di macchina. Avellino è una piazza importante, ho sempre visto uno stadio pieno, tifosi caldissimi. Avellino è sempre Avellino. Ha fatto il calcio vero, è una delle poche squadre del Sud che è nominata".
Queste le parole del giocatore: "Il mio approccio al mondo del calcio è avvenuto da quando ero bambino. Avevamo già un calciatore in famiglia che mi ha indirizzato. Il fratello di mia madre, Francesco Gesualdi, mio zio, ha giocato con Maniero nelle giovanili della Juventus, hanno vinto il campionato Beretti. Poi lui fece un incidente stradale e non c'è più. Io ora grazie a lui, che ricordo, da piccolo, mi ritrovo a giocare tra i professionisti. perchè mi ha inculcato la passione per il calcio. Con Riccardo spesso lo ricordiamo. Mi ricordo che ci chiamava, quando vedeva Del Piero, Buffon, i grandi della Juve e io da lì ho avuto la voglia di giocare".
Sul Benevento: "E' stato bello, anche se ho giocato poco comunque mi sono tolte tante soddisfazioni, abbiamo vinto il campionato. Ho giocato solo 5 partite, compresa la finale playoff, ma era poco per restare. Sapevo che a 20 anni dovevo crescere. La Serie B è un bel campionato, non facile. Non immaginavo certamente di giocare in Serie A ma speravo di avere una carriera almeno in B".
Sulla Cavese: "Sono stati due anni abbastanza intensi, tra Covid e problemi vari. Il primo anno siamo arrivati a marzo a 2 punti dall'Avellino in zona playoff. L'anno scorso siamo retrocessi, io ero stato messo fuori rosa insieme ad altri due ragazzi. Poi è stato peggio di andar di notte. Me la sono presa a male il fatto di essere fuori lista, facevo allenamento in orari assurdi, con la squadra a parte. E' stato pessimo. Pensavo che l'anno successivo saremmo dovuti andare a lavorare. Poi con il nuovo allenatore siamo stati reintegrati per fortuna, anche se poi la retrocessione era inevitabile".
Sul ruolo: "Sinceramente da sempre ho giocato come mezz'ala, che è il mio ruolo preferito. Non ho problemi ha giocare anche da play davanti alla difesa, ma mezz'ala è il mio ruolo. Poi, quando si gioca, va bene anche fare il portiere".
L'allenatore migliore: "Marco Baroni, a Benevento. Un allenatore forte, che mi ha fatto crescere sotto ogni punto di vista. Mi ha sempre spronato a far bene, io avevo 20 anni, mi faceva giocare anche come esterno d'attacco, ma ho avuto un bel rapporto con lui, sono felice di averlo conosciuto".
Il compagno con cui ha il miglior rapporto: "Ad Avellino ora ne ho tanti, ma anche in passato, ce ne sono stati".
La finale playoff del 2007: "Non la ricordo onesto. Non tifo Foggia, la mia squadra preferita è la Juve, come ho detto prima, grazie a mio zio. Non ho un legame con Foggia".
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