Conferenza stampa di presentazione di mister Massimo Rastelli che torna ad Avellino dopo 7 anni e parla davanti alle telecamere dopo il suo esordio, vittorioso, di sabato scorso, a Francavilla.
Queste le parole del tecnico che ha trattato diversi temi: "Buona sera a tutti, è un piacere essere ritornato qui, dove sono state scritte pagine importanti. Se ho accettato di ritornare ad Avellino è perchè penso che ci siano le condizioni per poter far bene. E' bello tornare dove si è stati bene, sono pronto a far bene, e a continuare dove avevamo lasciato".
Sulla trattativa: "Enzo mi aveva chiamato sabato sul tardi, ma stavo già dormendo. Vidi la chiamata domenica mattina, la sua chiamata ha smosso un po' le acque. Poi ha chiamato il presidente, che ha detto un po' le parole che volevo sentire e si è acceso il fuoco. Ho giusto chiesto qualche oretta di riflessione, ho detto loro che davo la disponibilità, speravo un giorno di poter lavorare ancora con lui e ci siamo intesi su tutto".
Sulla squadra: "L'unico giocatore che avevo già avuto è stato Trotta. Poi conoscevo qualcun altro magari da avversario e conoscendolo via video. Ma la conoscenza vera è quando ci lavori 24 ore su 24, anche conoscendoli caratterialmente. Venerdì scorso è stato solo il primo allenamento prima di Francavilla il giorno dopo. Ho detto loro solo di fare le cose più semplici possibili, evitare di fare cose complicate, lavorando sulla testa, ho detto loro cosa significa la maglia dell'Avellino, cosa vuol dire il simbolo del lupo. Non è solo un logo attaccato alla maglietta. La prima partita è andata bene, poi ci sono tante cose da migliorare".
Sull'esame Catanzaro: "La cosa importante è che tra me e la società c'è la stessa visione, di dove questo percorso intrapreso debba portarci da qui al prossimo futuro. Ho visto alcune gare del Catanzaro, sappiamo chi andiamo ad affrontare, domenica vedremo in campo cosa accadrà".
Sui tifosi: "E' normale che io so cosa mi aspetta. A me non ha regalato mai niente nessuno, sono arrivato in Serie A con sacrificio. Il lavoro non mi spaventa. So che ho lasciato alla fine di un percorso, dove abbiamo provato a raggiungere un sogno. L'addio? Penso che uno deve anche pensare alla sua carriera. La contestazione fu normale, non mi aspettavo nulla di diverso all'epoca. Ma so che sono una enorme risorsa per noi, devono tornare ad essere il 12° uomo di questa squadra. I momenti di difficoltà ci saranno, dove dobbiamo essere bravi a rimanere lucidi, a fare quadrato. Non sarà facile ma i tifosi vanno rispettati. Poi l'unità tra tifosi, squadra e voi giornalisti è fondamentale. Ho sempre avuto massimo rispetto per i giornalisti, non ho mai chiamato nessuno perchè ho ricevuto critiche".
Sugli obiettivi: "A me quello prima del mio arrivo non interessa. Ho valutato i calciatori e ho visto quello che si può migliorare, ci sono difetti ma anche tante cose che possiamo migliorare. Io da spettatore esterno ho seguito le sorti dell'Avellino, secondo me si è iniziati la stagione con un clima ostile, non con entusiasmo, e quindi credo che sia tra i vecchi che tra i nuovi, abbia creato anche difficoltà a creare unità nel gruppo. E questo penso che lo abbia potuto capire Taurino, che ha avuto questo tipo di difficoltà. Sta a me ora compattare il gruppo e cercare di guardare a partita dopo partita, mattoncino dopo mattoncino e a fine stagione tirare le somme. Sempre nel rispetto altrui, e dei ruoli. Il calcio non è una scienza esatta, non si vince subito, la Serie C è uno dei campionati più difficili da vincere. Puoi anche avere la migliore squadra a giugno, ma non è detto che si vinca alla fine".
Sui fuori rosa: "Forte è stato reintegrato, Scognamiglio e Sbraga si alleneranno con il gruppo. Non mi è mai piaciuto lasciare qualcuno indietro, lavoreranno con la squadra e poi si valuterà".
Sugli obiettivi: "C'è la stessa visione, abbiamo intrapreso un percorso, che sarà tortuoso e difficile. Da parte mia c'è motivazione e volontà di risollevare una classifica deficitaria e consolidare una crescita. E poi come detto, tireremo le somme, pensando all'oggi, senza guardare troppo in là. Ringrazio la società per lo staff, c'è Dario Rossi ormai mio secondo storico, Fabio Esposito, preparatore atletico, Marco Cossu, che ho conosciuto a Cagliari, e ritrovo Pagotto e Pietro La Porta che sono professionisti esemplare, augurandomi che David Dei riesca a risolvere le sue problematiche, mi auguro che nelle prossime settimane ci raggiunga".
Che Rastelli ritrova Avellino: "Ritrovate lo stesso Rastelli di 10 anni fa, determinato, caparbio, affamato, non posso permettermi di tornare ad Avellino con motivazioni diverse. E' normale che ho avuto esperienze che mi hanno fatto crescere, dal punto di vista umano non è cambiato niente, so la responsabilità maggiore che ho rispetto a 10 anni fa, perchè all'epoca ero alle prime esperienze e un allenatore in rampa di lancio, oggi sono un allenatore esperto, che è cresciuto, e che ha più esperienza".
Contatti a giugno: "No, mi sono visto a febbraio quando Enzo non era ancora ds dell'Avellino, ma non c'era nulla alle spalle".
Rastelli ha carta bianca: "Sono un allenatore che si prende le sue responsabilità, posso anche guidare, portare qualche consiglio, poi ripeto, abbiamo la stessa visione su tutto, non ho avuto la necessità di spingere su qualcosa piuttosto che su un'altra. Abbiamo trovato l'accordo contrattuale e ora vogliamo far bene".
Su un mental coach: "Il mio mestiere è anche quello di essere un po' psicologo, perchè puoi pensare cosa pensa il calciatore, avendo fatto il calciatore in passato. Poi conoscete benissimo la figura di Pietro Bianco, che in passato mi ha affiancato. Io penso che con i ragazzi è un confronto continuo, ognuno ha un suo carattere, una sua personalità. Sono dei professionisti, vengono spesso criticati per il fatto che guadagnano tanto, ma sono esseri umani e magari bisogna essere meno cattivi nei giudizi. Quindi la figura di mental coach è fondamentale e spero che possa affiancarmi presto Pietro".
Su Taurino: "Non l'ho sentito, gli mando un saluto, come sempre ha pagato colpe non sue, non mancherà di poterlo sentire con calma".
Sui calciatori: "Ho provato a giocare sulle motivazioni, l'Avellino ha il suo dna. Io da ragazzo guardavo le partite dei lupi in Serie A, con questo campo zuppo, fangoso, bagnato. L'Avellino ha la lotta nel dna, e su questo lavoreremo, lottare su ogni campo, in ogni partita, che è quello che magari chiedono i tifosi".
Sul mercato di gennaio: "Come ho detto prima, sono bastate le parole del presidente, è partita già da loro. Io in questi due mesi valuterò l'organico che ho a disposizione, devo cercare di sfruttare gli uomini che ho a disposizione, metterli nelle migliori condizioni possibili per sfruttare le loro potenzialità. Il modulo? Non sono un integralista. Ho fatto diversi moduli in passato, ma è sempre in base all'interpretazione della rosa che essi possono dirsi vincenti o perdenti".
Sui giovani: "Se uno è bravo gioca, problemi di carta d'identità non ne faccio. C'erano 10 anni fa i vari Zappacosta, Angiulli, Izzo. Questo non mi spaventa, io conoscerò sempre meglio le caratteristiche di questi ragazzi, qualcuno dovrà anche adattarsi per dare una mano alla squadra e prendo spunto per fare delle chiarezze. Murano non è una punta centrale, è normale che per esigenze, come anche sabato, viene anche impiegato in ruoli che non sente suoi. Ma sappiamo che non è una prima punta, ma sabato Murano ha giocato da 8, non insufficiente, come detto. Dove so che non ho alternative vado avanti per la mia strada".
Su Di Gaudio e Kanoute: "Di Gaudio ha lavorato tutta la settimana scorsa, e sabato l'ho buttato dentro negli ultimi minuti, Kanoute si è aggregato in gruppo ieri e lo avremo per sabato".
Sullo slogan lanciato 10 anni fa al suo arrivo: "Lo slogan che il pallone deve scoppiare non lo cambio".
Sul Catanzaro: "Conosciamo il loro valore, i loro numeri, la loro forza. Il nostro obiettivo l'ho detto, pensiamo a domenica dopo domenica".
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