Sembra che più vada avanti il campionato e più l'Avellino acquisti forza. Un impegno duro dopo l'altro ed ecco che i Lupi lo superano puntualmente, accrescendo al contempo la convinzione nei propri mezzi. E forse anche l'aver 'assaggiato' per la prima volta anche il calore che i tifosi irpini sono in grado di dare alla squadra con l'accoglienza riservata all'esterno dello stadio deve aver dato una carica in più ai calciatori. Stasera è finita addirittura in trionfo, un 4-0 che non lascia spazio a dubbi, con l'Avellino padrone del campo dal primo all'ultimo minuto, mai in difficoltà e che anzi avrebbe potuto anche segnare ancora. Buona parte dei meriti ai Lupi sicuramente, ma molto demerito anche al Foggia, andato in bambola dopo il primo gol di Fella e tramortito dall'errore di Di Stasio valso il raddoppio di Maniero: deve avere un credito con la fortuna l'Avellino quest'anno, visto che dopo l'incredibile errore di Pelagotti del Palermo anche l'estremo difensore del Foggia non è voluto essere da meno con un errore se possibile ancor più goffo, finendo con lo schiaffeggiare in rete la sfera nel tentativo di controllare con una mano un pallone facile da agguantare.
Foggia sicuramente out con la testa, e anche mister Marchionni lo ha sottolineato, ma questo non riduce i meriti e le qualità di una squadra che come si diceva cresce ancora partita dopo partita. Dopo il 2-0 l'Avellino ha giocato sul velluto, ha sbagliato con Fella un gol praticamente già fatto ma l'attaccante si è rifatto nel secondo tempo svettando più in alto del diretto marcatore e infilando un incerto Di Stasio. Sono riuscite praticamente quasi tutte le giocate volute da Braglia, che da buon volpone ha però giustamente ringhiato sui suoi per tutta la durata della partita, per correggere ogni possibile sbavatura e tenere alta la tensione ed evitare clamorosi cali di concentrazione. "Domani rivedremo la partita alla caccia di errori, non vorrei pensassero di essere diventati troppo bravi" ha scherzato a fine partita. Un Braglia pompiere che dall'alto della sua esperienza sa che la sua squadra è nel momento più alto di forma, ma deve evitare di cadere nell'errore opposto e quindi peccare di supponenza. Il Bari dopotutto è ancora lì, oggi ha vinto a fatica contro il Monopoli ma è sempre a -2 e ha già osservato il turno di riposo, cosa che invece deve ancora fare l'Avellino rischiando il controsorpasso.
Ecco perché bisogna tenere alta la concentrazione, giusto acquisire morale e convinzione dalle vittorie, ma la strada da fare è ancora tanta e nulla è stato ancora raggiunto. Ecco perché fa bene il mister a tenere sulla corda i suoi, ma si vede anche la sua mano in campo. Oggi la differenza l'ha fatta la convinzione: l'Avellino arrivava sempre primo sulla palla, le seconde palle sono valse due gol (il primo di Fella e l'ultimo di De Francesco, ancora su un'indecisione di Di Stasio), un gioco semplice ma produttivo, concetto sul quale si è parlato molto in settimana. Ma stavolta non ci si può lamentare dello spettacolo visto che il 4-0 avrà soddisfatto sicuramente, oltre gli amanti della concretezza, anche quelli che vogliono divertirsi nel vedere una partita di calcio.
Giusto godersi una serata felice e tranquilla, ma con la convinzione che non sarà sempre così. L'Avellino sta forse esprimendo il suo massimo potenziale, quello che non aveva potuto fare nel periodo Covid, ma bisogna ancora affrontare fuori casa Casertana, Catanzaro, Catania, Ternana, fino allo scontro diretto al Partenio contro il Bari alla quartultima che forse potrebbe decidere i giochi per il secondo posto. La priorità ora è continuare così, cercare di arrivare alla sfida diretta con il distacco minimo e giocarsi tutto nel rush finale. Ma intanto ci godiamo il nono risultato utile consecutivo, il sesto clean sheet di fila in casa e la settima vittoria nelle ultime nove gare. Scusate se è poco.
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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