L'Avellino è vivo! Non bastassero le difficoltà di una società sotto il controllo dei commissari (per le operazioni straordinarie) e senza soldi, un mercato sbloccato definitivamente (per fortuna) solo ieri, una preparazione partita in ritardo rispetto alle altre e un gruppo che si conosce da pochissimo. L'Avellino riesce in un'altra impresa, visti i valori in campo alla vigilia e le aspettative di un Teramo indicato da molti addetti ai lavori come una delle candidate alla vittoria finale, e raggiunge la seconda vittoria consecutiva dopo quella di Vibo. Ma soprattutto, dopo i sei gol e lo shock subito alla prima giornata in casa contro il Catania, mantiene la porta imbattuta per la seconda volta consecutiva e si porta temporaneamente, in attesa delle partite della domenica, nel gruppetto di testa. Certo siamo ancora alla terza giornata ma forse non era così scontato che dopo tre giornate l'Avellino avesse sei punti in classifica. E ora? Tutto da rivedere nelle valutazioni fatte dell'Avellino dopo la prima giornata?
Niente affatto, l'Avellino è e resta una squadra che deve salvarsi, qualsivoglia siano i risultati delle prossime giornate e qualsivoglia sia il cammino che terrà nei prossimi mesi. Certo, se in primavera l'Avellino sarà in zona playoff, sarà giusto e piacevole pensare a qualcosa in più. Ma allo stato attuale non è assolutamente possibile, oltre che destabilizzante provare a pensare a qualcosa di più della salvezza. Mancano le basi, manca la struttura societaria, mancano i fondi: uno stadio senza neanche uno sponsor a bordo campo, lo abbiamo già detto dopo la sconfitta con Catania, è qualcosa di più unico che raro a livello professionistico, ma anche dilettantistico a volte. E' quindi impensabile, a meno che nel frattempo la squadra non passi di mano a un facoltoso imprenditore che rilevi il tutto, che l'Avellino possa ambiare a qualcosa in più della salvezza. Per la situazione in cui ci si trova, avere sei punti dopo tre giornate è già un lusso. Fieno in cascina e morale alto, che non guasta mai, per il prosieguo della stagione. Ma bastano tutti i problemi sopra elencati a riportare coi piedi per terra in caso di qualsiasi volo pindarico. E poi non sarebbe neanche giusto cambiare valutazioni a ogni vittoria o sconfitta della squadra.
Ecco si diceva, e ora valutazioni da rifare? Gli obiettivi stagionali non cambiano, ma forse effettivamente si era stati troppo pessimisti e disfattisti dopo il 6-3 contro il Catania. Anzi quello schiaffo forse è stato utile per svegliare la squadra che ora è tornata a viaggiare su binari normali. Effettivamente se prendiamo in considerazione il ridotto lasso di tempo a disposizione, ovvero le cinque partite ufficiali fin qui giocate, le 2 di coppa e le 3 di campionato, l'Avellino ne ha persa solo una, quella col Catania appunto. E' la 'rumorosità' del risultato ad aver fatto spavento, oltre naturalmente alla difficile situazione societaria, ma seppur cinque partite tra agosto e settembre significhino poco, il dato statistico dice pur sempre che l'Avellino ha battuto il Bari, ha superato il turno preliminare di coppa Italia e ha battuto Vibonese in trasferta e Teramo in casa, non male per una squadra costruita di corsa e senza certezze all'orizzonte. E' vero quindi anche che il ds Di Somma ha fatto una specie di miracolo con le risorse a disposizione, ingaggiando non grossi nomi ma calciatori utili alla causa, motivati e determinati a dar tutto in campo. E anche gli ultimi arrivati, vedi Karic, hanno dato subito un contributo importante.
Si può ora guardare al futuro con maggiore ottimismo, lavorare con più serenità e consapevolezza nei propri mezzi. Le nubi nere, quelle più grosse, per fortuna sono alle spalle. La classifica ora è piacevole, la squadra quasi al completo (qualcosa, specie in avanti, si potrebbe forse prendere attingendo tra gli svincolati), resta da risolvere la questione societarie e forse l'Avellino potrà ritrovare la serenità perduta solo la scorsa estate. Forza lupo!
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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