Stasera proviamo a metterci nei panni di D'Agostino, che per l'ennesima volta ha dato fondo a tutte le proprie energie, fisiche ed economiche, per riscattare un'altra stagione deludente (quella appena conclusa) ingaggiando un direttore che è un lusso per la categoria, calciatori di categoria superiore, spendendo forse uno dei budget più alti della terza serie al punto da essere indicata come la squadra accreditata per la vittoria finale. E poi assistere allo stesso scempio che si protrae ormai dagli ultimi due mesi della scorsa stagione. L'Avellino in pratica non vince dallo scorso marzo, otto gare consecutive tra stagione 2022/23 e inizio 2023/24 senza vittorie: sette sconfitte in otto gare, in mezzo solo il pareggio col Taranto. Sei sconfitte consecutive. Sono cambiati gli interpreti, gli uomini (tanti), le stagioni ma il risultato in campo è sempre lo stesso. E viene da chiedersi quale sia la maledizione che affligge l'Avellino.
A leggere i primi commenti sui social per i tifosi il caprio espiatorio è uno soltanto: l'allenatore. Anche perché se cambi appunto giocatori, direttore, conduci un mercato importante che ha anche acceso gli entusiasmi della piazza (e il dato degli abbonamenti è inequivocabile) e perdi due partite su due a inizio campionato, evidentemente qualcosa non va nel modo in cui vengono fatti giocare questi calciatori. Che non riescono a esprimersi nel pieno delle proprie potenzialità o come ci si aspetterebbe dopo carriere di buon livello per la categoria, e che invece appena mettono piede ad Avellino finiscono nel grigiore generale. Anche a Castellammare di Stabia si è visto un Avellino senza gioco, senza idee, poco incisivo, che ha provato solo a impensierire Thiam nel primo tempo con Patierno e poi si è lentamente spento, lasciando venir fuori la Juve Stabia. Che ha capito di poter rischiare qualcosa in più, oltre ad aspettare l'Avellino, e ha trovato la rete dell'1-0. Rete che ha poi galvanizzato i padroni di casa e tagliato le gambe all'Avellino, che in altre due occasioni ha rischiato perfino il raddoppio. Risultato: due partite giocate, zero punto, zero gol segnati, tre gol subiti. E una piazza in cui monta già la rabbia e la delusione.
Otto giorni fa la tifoseria ha mostrato grande maturità applaudendo comunque la squadra e capendo che un passo falso all'inizio ci può anche stare. Ma due indizi cominciano a costituire una prova, che qualcosa non vada. Anche perché non si può chiamare in causa la sfortuna, gli episodi, non ci si può appigliare quantomeno a una squadra che gioca, crea ma non riesce a concretizzare. Qui non si è visto neanche gioco, non si è mai visto un Avellino che potesse essere superiore all'avversario, né col Latina né con la Juve Stabia, non si è vista la differenza di budget e di qualità in campo. Non si è visto per niente quel potenziale offensivo che l'Avellino vanta sulla carta. Si è vista una partita scialba, a tratti noiosa, forse in cui l'Avellino si è fatto leggermente favorire nel primo tempo per gestione della palla, ma che non ha mai visto i biancoverdi essere o provare a essere superiore agli avversari. Che fosse un campionato difficile lo si sapeva così come dimostrare in campo la propria forza non è mai facile, ma da qui a giocare partite abuliche e anonime ce ne passa.
Nell'intervista post partita Rastelli ha fatto intendere che non è contento delle prestazioni di alcuni interpeti, a tratti è sembrato anche scaricare la responsabilità sui calciatori, per poi correggere il tiro e dire che spetta ora a lui trovare nuove soluzioni. L'impressione è che nella prossima partita, difficilissima contro il Foggia, il tecnico voglia provare qualcosa di diverso, magari dare spazio a qualche elemento che fin qui ha trovato meno spazio ma che si è fatto trovare pronto quando chiamato in causa (come D'Amico, Gori, Sgarbi). Qualcosa bisogna sicuramente provare a variare se in due partite nulla è cambiato in meglio.
Vogliamo concedere ancora il beneficio del dubbio a questa squadra, proviamo a ripetere che a inizio campionato c'è ancora da carburare e mettere insieme tanti calciatori nuovi. Ma il solo fatto di non aver mostrato passo avanti rispetto alla gara col Latina, anzi forse addirittura un passo indietro, non lascia dormire sonni tranquilli.
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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