Se qualcuno aveva dubbi sul carattere che Rastelli poteva aver dato a questa squadra, dopo stasera deve assolutamente ricredersi. Non sappiamo cosa abbia detto il tecnico nell'intervallo ai suoi, ma vorremmo tanto saperlo per usarlo come manuale motivazionale: nel secondo tempo è scesa in campo una squadra trasformata, opposta a quella che ha giocato un primo tempo scialbo regalando due gol in 8 minuti al Catanzaro. Una squadra spavalda e senza paura, che ha messo sotto un Catanzaro sorpreso da questo atteggiamento, che ha trovato il pareggio, sfiorato la vittoria e rischiato la beffa, evitata grazie a un super Pane. Una partita assurda, che ha soddisfatto i seimila del Partenio (sold out) che a fine gara hanno riservato solo applausi a dei veri Lupi, come si è urlato dalle tribune. Insomma se volevamo vedere di che pasta era fatto questo Avellino al cospetto della capolista, abbiamo ricevuto ottime risposte.
Eppure la partita, si diceva, era iniziata come peggio non si poteva. Avellino che sembrava la brutta copia di quello visto nella prima parte del campionato: impaurito, ingenuo in difesa, incapace di reagire, in balia dell'avversario. Si sono riviste purtroppo le solite defaillance difensive, sul secondo gol il Catanzaro ha fatto quello che voleva con Aya da solo in mezzo a tre avversari e Illanes due passi indietro a osservare immobile la scena. Sembrava essere tornato il vecchio Avellino, con i suoi fantasmi e le sue pecche, che neanche Rastelli poteva raddrizzare. E invece no. Nello spogliatoio, si diceva, deve essere successo qualcosa, oltre ad aver operato tutti i cambi giusti. Gambale in attacco ha regalato vivacità e intraprendenza, Moretti è apparso più pulito e ordinato di Aya (ancora una volta non immune da colpe), Matera ha portato grinta a centrocampo, Kanoute ha scompigliato le carte in attacco e segnato il pari, ma tutti sono scesi in campo con un piglio diverso. Senza dimenticare la spinta forte, fondamentale, che il Partenio ha dato alla squadra, caricandola quando ha visto che l'impresa era possibile.
Come a Francavilla Fontana, l'Avellino non si è fatto abbattere dai due gol presi, ha creduto di poter recuperare la gara, ha trovato subito il gol che l'ha riaperta e ha schiacciato il Catanzaro sfiorando più volte il gol, fino al pareggio di Kanoute, che è andato poi sotto la curva con un eloquente gesto alla Cristiano Ronaldo: "Io resto qui!", come a spegnere le polemiche sul suo mancato rinnovo contrattuale e presunti mal di pancia. Poteva finire diversamente, l'Avellino avrebbe potuto anche segnare il 3-2 che avrebbe completato il capolavoro, invece ecco riemergere le ingenuità difensive, con Illanes che al 95' ha sbracciato Cianci su una palla innocua ormai preda di Pane. Per fortuna ci ha pensato Pane, in campo al posto dell'infortunato Marcone, ad assicurare il lieto fine, ma anche un eventuale gol non avrebbe scalfito la grande prova del secondo tempo dei Lupi.
La strada è quella giusta, Rastelli sembra aver trasformato il gruppo ma ovviamente c'è ancora da lavorare. Bisogna limare il più possibile tutti i difetti che si sono visti nel primo tempo e nel finale di partita, difetti soprattutto in fase difensiva, ma anche di approccio. Se a Francavilla Fontana l'Avellino aveva iniziato benissimo pressando subito l'avversario, contro il Catanzaro è rimasto negli spogliatoi nei primi minuti, facendo il gioco dell'avversario. Bisognerebbe giocare tutti i 90 minuti come si sono giocati i secondi 45, ma analizzando la totalità del match oggi non possiamo che essere soddisfatti. Recuperare un doppio svantaggio dalla capolista imbattuta non è da tutti, e il carattere mostrato è quello che vogliamo vedere sempre, contro chiunque.
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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