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Avellino, se ci si mette anche la sfortuna diventa dura. Ora serve solo un po' di serenità

di Domenico Fabbricini

Quando ci si mette anche la sfortuna, diventa difficile spuntarla. Stavolta tutto si può dire tranne che l'Avellino non abbia fatto di tutto per battere l'Ascoli: ha creato almeno cinque palle gol nel primo tempo, ha sprecato sì, ma ha anche trovato un portiere in gran forma sulla sua strada e ha preso gol nell'unica occasione da gol avversaria del primo tempo. Forse è per questo che a fine partita, nonostante il risultato deludente ai fini della classifica (l'Ascoli è sempre ultimo) non sono arrivati fischi ma applausi di incoraggiamento all'indirizzo dei biancoverdi, che hanno dato il massimo in campo, quello che ogni tifoso chiede. Poi il calcio è così, può capitare che la palla non voglia entrare e gli avversari facciano gol alla prima occasione, ma non si può dire che l'Avellino non abbia fatto di tutto per vincere, confermando quantomeno che la prova d'orgoglio di Cittadella non è stato un fuoco di paglia.

Positiva anche la reazione della squadra alle vicende extra campo, dall'ingresso di Ferullo alle contestazioni a Taccone fino ad arrivare alla sentenza dell procura federale, che mercoledì emetterà il verdetto di primo grado e che rischia di bloccare le prossime due gare dell'Avellino (in caso di conferma delle richieste e successivo appello). La squadra ha confermato con i fatti e non solo con le parole di essere concentrata solo sul campo e di saper lasciare da parte le preoccupazioni.

Certo, si può discutere degli errori che comunque si sono commessi se il risultato è stato di parità, dell'errore clamoroso di Asencio davanti al portiere ai quattro/cinque tiri parati si platealmente da Ragni, ma a dir la verità arrivati da fuori area e che difficilmente avrebbero sorpreso un portiere professionista, fino alla distrazione sul momentaneo 1-0. Da lavorare ce n'è e lo si sapeva, soprattutto sulla tenuta difensiva (nel secondo tempo in almeno due occasioni l'Ascoli poteva ripetere lo scherzetto) ma quello che conforta è almeno la reazione d'orgoglio, che ultimamente era mancata nelle prestazioni biancoverdi.

Giovedì a La Spezia si potrà provare a regalarsi un sereno Natale fuori dalla zona retrocessione, come si è attualmente, ma prima ci sarà la sentenza di mercoledì, che potrebbe restituire un po' di serenità a tutto l'ambiente. Il che di sicuro non guasterà nel processo di rinascita della squadra biancoverde. I tifosi lo hanno capito e per primi hanno compiuto un importante e intelligente passo verso il riavvicinamento alla squadra. La felice conclusione del processo, se così accadrà, farà il resto.


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