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Fa entusiasmare e poi deprimere: Avellino, il problema è soprattutto mentale. Ecco perché

di redazione TuttoAvellino

Come può una squadra battersi alla pari contro le prime 4 in classifica, segnare 3 gol al Crotone vice-capolista del girone (ma avrebbe potuto farne almeno 6 senza le parate di Dini), battere il Pescara terzo in classifica, dominare il quasi imbattibile Catanzaro per 70' e pareggiare a Foggia sfoderando una prova di carattere e poi crollare contro la Viterbese in maniera disarmante, perdendo per strada 13 punti contro Monterosi, Gelbison, Latina, Giugliano, Monopoli e Juve Stabia, le ultime 4 affrontate in casa?

Sarebbe sbagliato dire "la squadra è scarsa", alla luce degli 8 punti conquistati contro le prime 4 in classifica. Piuttosto a preoccupare è la tenuta mentale di Casarini e compagni, concentrati e arrembanti quando c'è da affrontare una delle big del girone, presuntuosi e molli quando bisogna domare avversari meno quotati o di bassa classifica. Questo Avellino fa entusiasmare e poi ti deprime. Ti fa credere che la crisi sia passata e poi ti avvilisce con prestazioni imbarazzanti, prive di mordente.

A preoccupare è soprattutto l'incapacità di ribaltare e vincere gli incontri una volta sotto di uno o due gol: è accaduto 11 volte in questo campionato e solo in 3 occasioni, contro Catanzaro, Foggia e Gelbison, l'Avellino è riuscito almeno a pareggiare. Mai a vincere. E questo è un dato che fa riflettere e che preoccupa in vista del rush finale di campionato e degli eventuali playoff, che al netto di una furiosa risalita in classifica, l'Avellino affronterà fin dal primo turno eliminatorio, in gara secca, senza supplementari e col rischio di dover giocare fuori casa, dove finora ha raccolto le briciole.

Né Taurino, tantomeno Rastelli sono riusciti a dare una svolta alla stagione dei lupi. Soprattutto a far compiere quel salto di qualità auspicato al ritorno in Irpinia del tecnico campano. Con questi chiari di luna non c'è promozione sui biglietti che tenga. Ieri il Partenio-Lombardi era quasi vuoto. In pochi hanno raccolto l'invito della società, ormai sfiduciati e disinnamorati di un gruppo di calciatori che fa battere il cuore solo in rare occasioni. E quando ha voglia di farlo.


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