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Quando Ramon Diaz disse: "Ad Avellino ho ritrovato il mio Sudamerica"

di redazione TuttoAvellino

Il Corriere dello Sport oggi in edicola dedica una doppia pagina alla storia di Ramon Diaz. C'è anche un trafiletto sulla sua esperienza all'Avellino. "«L’importante non è essere tesserato con un grosso club - disse all’indomani del trasferimento dal Napoli, dove si giocava lo scudetto, all'Avellino - ma di giocare e di dimostrare di avere la classe per rendere come i tifosi aspettano. La mia promessa è di segnare quanti più gol possibili, non per la salvezza, ma per dare all’Avellino una classifica tranquilla. Ho trovato tanti tifosi entusiasti, mi è sembrato di rinascere. Dopo la calda accoglienza che ho avuto, mi sono reso conto che quello avellinese è un ambiente passionale del tipo sudamericano. Mi hanno fatto dimenticare d’incanto un anno sofferto tinto da cocenti umiliazioni. Con l’Avellino voglio dimostrare che Diaz non è affatto un calciatore finito». E così sarà. Tre anni per tre salvezze consecutive alle quali lui contribuisce con il suo gioco e, soprattutto, con i suoi gol, spesso pesanti, anzi pesantissimi. Ce n’è per tutti: dal Napoli alla Juve, alle dirette concorrenti. Nel 1985 poi diventa capitano e con la fascia al braccio timbra per dieci volte, primo giocatore dell’Avellino ad andare in doppia cifra in Serie A". Si legge sul quotidiano.


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