Partiamo con una semplice parola questo editoriale. Grazie. Doveroso, per questa squadra, che ha sfatato uno dei tabù più lunghi della storia dell'Avellino, quello del Cibali-Massimino. Considerando la rivalità tra le tifoserie, non vincere a Catania dal lontanissimo 1948, con soli 3 pareggi tra l'altro e tante, troppe sconfitte, vuol dire che oggi un pezzo di storia di questo club è stato fatto.
E per scrivere un pezzo di storia vul dire che in campo c'è bisogno di una squadra compatta, con unità di intenti, vogliosa di sacrificarsi l'un per l'altro. Ed è stato così, anche quando gli episodi potevano farla girare questa gara. Parliamo dell'infortunio a Benedetti e il successivo calcio di rigore per gli etnei. Episodi che avrebbero potuto stendere tante squadre, ma quando c'è compattezza, grande spirito e un gruppo unito, anche queste avversità possono essere superate. Marconi sblocca su calcio di punizione (fortunata la deviazione), poi Ghidotti ci mette i guantoni su Chiricò, uno specialista dai calci piazzati e dagli 11 metri. Poi Gori ha suggellato una vittoria sofferta e meritata,.
L'Avellino che ha incarnato lo spirito dei propri tifosi, che ieri hanno caricato il gruppo alla rifinitura, prima della partenza, senza tifosi, presenti ovunque, ma bloccati da un divieto di trasferta. Una vittoria da vero branco, anche con una vigilia non semplice da gestire, con alcuni infortuni da gestire, l'ultimo quello a Rigione, in rifinitura, ma anche le voci da Catania. I problemi degli etnei, allenatore esonerato, poi un passo indietro, la sfiducia della tifoseria, voci su diversi elementi fuori rosa e anche in casa catanese, tantissimi infortuni.
Pazienza non si è cullato sulle difficoltà degli avversari, ha costruito un muro di vetro, ha presnetato una squadra aggressiva, determinata, cattiva, che ha avuto la bravura e la forza di prendersela questa agognata vittoria.
Pomeriggio storico dicevamo, sì, non solo per i 75 anni di assenza di successi a Catania. Ma anche una soddisfazione per questa proprietà, una serata storica anche per loro, magari solo per un paio d'ore, non si sa, ma l'Avellino, per la prima volta nella loro gestione (da marzo 2020), è primo in classifica.
E non importa se la Juve Stabia vincerà e l'Avellino sarà di nuovo secondo in serata, ma il segnale che arriva da Catania è di quelli perentori, per tutte le concorrenti. Quinta vittoria di fila, la sesta considerando la Coppa Italia.
Una squadra che dimostra una compattezza, una voglia, uno spirito di gruppo che è di quelli sani, giusti, vincenti, come non si vedevano da anni. E l'Avellino si godrà un paio di giorni, giusti, di relax, accoglierà ancora un abbraccio dei propri tifosi, in serata, quando si tornerà da Catania.
Poi si lavorerà già per la prossima, perchè a queste imprese, va dato un seguito, va dato un qualcosa di importante, per fare in modo che la storia scritta oggi, possa essere risctitta anche tra qualche mese.
Il pubblico sogna, e siamo già proiettati a cosa sarà dopo, alle richieste di biglietti che si moltiplicheranno, a un Partenio che non pul contenere, al momento, tutto questo entusiasmo, alla voglia di continuare ad urlare di gioia e piangere per una grande impresa. L'Avellino sogna, come sogna il proprio popolo, ma ora piedi per terra, siamo solo all'inizio di un viaggio lunghissimo, che ha regalato una serata storica, ma non si è fatto ancora nulla. Ma permetteteci di dire almeno Grazie, dopo questa sera, per aver regalato un successo troppo troppo importante.
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