Ai microfoni di TuttoC.com, nella giornata spartiacque per il calcio italiano, ha parlato il presidente della Lega Pro Gabriele Gravina.
Questo pomeriggio si esprimerà il Collegio di Garanzia: come crede finirà la vicenda ripescaggi?
“Sono fiducioso perché credo nel rispetto delle regole. Mi aspetto che venga ripristinato l’equilibrio attraverso le norme. Ho piena fiducia negli organi di giustizia e seguendo le normative, queste dicono che quel tipo di provvedimento non era assolutamente applicabile e non era neppure ipotizzabile. La mancanza di regole o il non rispetto delle stesse offre l’opportunità a contestazioni, che minano le certezze del sistema e non è il calcio che vogliamo, per i tifosi, per i club e per tutti coloro che vi operano”.
E' stato l'unico a mantenere sempre una linea coerente: quanto pesa un certo senso di "solitudine" e come incide sul lavoro?
“Non credo sia questione di provare o meno un senso di “solitudine”, ma piuttosto di essere coerente e mantenere una linea coerente. Il calcio non si può considerare solo dal punto di vista della dimensione economica, sebbene sia un elemento di cui non può fare a meno. E’ necessario conciliare questo valore con la dimensione sociale all’interno di un sistema complesso. Senza certezze, non si crea. Senza regole, e senza il rispetto, non si può costruire un calcio di condivisione e di confronto che abbia come obiettivo e vantaggio il benessere collettivo”.
Ammesso che vengano ripescate delle squadre, la Serie C non avrà 60 partecipanti: si arriverà prima o poi a questo numero?
"Il calcio ha dimostrato ancora una volta, e più di sempre in questa estate, che si deve basare, prima di tutto, sulle regole e deve partire da un elemento che si chiama sostenibilità che va di pari passo con la stabilità. Intendo un consolidamento dell’assetto societario, seguito dalla dimensione sportiva, attraverso la valorizzazione dei giovani e delle strutture, che collimi con i valori etici e sociali in una strategia organizzativa che ha come obiettivo la sostenibilità. L’auspicio è che con queste condizioni si possa ripristinare il format a 60”.
Se dovesse pensare a una riforma, cosa indicherebbe?
“La riforma dei campionati non solo è urgente, ma è imprescindibile. Non ci possiamo arrivare attraverso “scontri” o divisioni, ma con il senso di responsabilità e attraverso il rispetto e il confronto tra le componenti. Come segnalai nel mio programma per la candidatura a presidente federale, il piano per la ristrutturazione del calcio passa attraverso l'individuazione di grandi temi su cui mostrarsi innovatori e riformatori. Cinque aree di intervento, appunto, chiamate "dimensioni" che sono organizzativa, sportiva, economica, etica e sociale. Al centro, però, c'è il grande obiettivo della sostenibilità per superare le criticità generate dall’attuale sistema. Da tempo, sentivamo la necessità di una novità forte e innovativa come quando un anno e mezzo fa presentammo il sistema di rating per il calcio italiano. E' un modello che tiene conto della solidità dei bilanci dei club, della tracciabilità, dell’organizzazione del management societario, della qualità e proprietà degli stadi, della valorizzazione dei giovani e del legame con il territorio. Abbiamo indicato la strada del semiprofessionismo come idea che può essere tracciata anche per ridimensionare il mondo del professionismo. Può rappresentare un’opportunità di tutela non solo per il calcio, ma anche per il mondo dello sport".
A proposito di FIGC, torna in auge il suo nome per la candidatura alla presidenza: si sente pronto?
"Il calcio ha bisogno di un nuovo Rinascimento. I progetti per rinnovarlo sono pronti e non sono chiusi nel cassetto, ma condivisibili. Ad oggi, le dico che è più importante partire dalla progettualità e dall’unità di intenti”.
Torniamo alla C. Squadre U23: come si aspetta di veder sviluppato il percorso di questa innovazione nell'arco del campionato?
“Il progetto poteva essere innovativo, ma con una genesi diversa. Le tempistiche e le modalità frettolose sono stati gli handicap del mancato sviluppo. Sono sempre stato a favore, presentando anche il progetto, che per me poteva avere un valore aggiunto per il calcio. Ad oggi, con una sola squadra iscritta, molti mi danno ragione. Ma le confesso, che avrei preferito essermi sbagliato”.
Cosa si aspetta, invece, dal campionato, prossimo all'inizio?
“Mi aspetto un campionato vivo, vivace, competitivo e incerto con i “verdetti” sul campo, fino all’ultimo, come fu lo scorso anno. La Lega Pro ha un grande patrimonio. Sono le sue squadre, espressioni del territorio e delle tradizioni del nostro Paese con club che hanno secoli di storia ed altri che si affacciano per la prima volta nel calcio professionistico. Ci tengo a rivolgere a tutte un plauso per il lavoro che svolgono ogni giorno e un in bocca al lupo per un’altra stagione lunga ed esaltante, che sarà supportata dal sostegno di tifoserie di rilievo. Il campionato si presenterà anche come una grande occasione per i giovani. Nei nostri club riscontro tanta passione. E’ l’anima di tutto. “Nel mondo nulla di grande è stato fatto senza passione” diceva Hegel”.
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