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A Brescia l'Avellino ritrova vittoria, carattere e... Castaldo. Ma qualcosa va ancora registrato

di Domenico Fabbricini

L'Avellino riparte da dove aveva chiuso l'anno: vittoria, un po' di sofferenza, con la convinzione di poter trovare, quando vuole, la via della rete ma con qualcosa ancora da registrare dietro. Che poi è il leit motiv che ci si porta dietro dall'inizio del campionato. Ed ecco perché sul mercato serve anche un altro difensore centrale: Kresic dopo un avvio di stagione brillante non si sta dimostrando più in grado di reggere il peso del reparto, Migliorini non si discute ma anche a Brescia ha dimostrato forse di non aver ancora recuperato pienamente dall'infortunio. Con Marchizza tenuto ancora in panchina perché non convincente e la partenza di Suagher, è lampante che un altro centrale di spessore darebbe maggior sicurezza al reparto. Per il resto si è visto un buon Avellino: solido a centrocampo (De Risio si è rivelato un innesto utile, Gavazzi se saluterà definitivamente i guai fisici può essere l'acquisto che mancava), pungente davanti (anche senza Ardemagni, Castaldo e Asencio hanno fatto tanto lavoro e movimento) e finalmente travolgente sugli esterni. Dopo un equivoco tattico che è durato almeno metà campionato, Novellino ha finalmente capito che la posizione ideale di Bidaoui è sull'esterno, a far coppia con Molina dall'altra parte, una coppia di ali da far invidia a qualunque formazione di B, e oggi si è visto.

E lasciateci spendere anche qualche parola per Castaldo: a 35 anni suonati e partendo da panchinaro di lusso, che spesso e volentieri trovava comunque la via della rete, si è riguadagnato il posto da titolare diventando il capocannoniere della squadra con 7 centri e giocando a Brescia una partita meravigliosa. Una bandiera che non si ammaina mai e che non ha fatto sentire l'assenza del compagno. Certo anche in questo reparto la società sta lavorando per trovare un'altra alternativa che dia una mano a dare continuità alla ricerca del gol.

Infine si è rivista la squadra "alla Novellino" come tante volte abbiamo detto, una squadra che non molla mai e che, seppur soffrendo nel primo tempo soprattutto in difesa, ha saputo riorganizzarsi e meritare la vittoria nel secondo tempo, concedendo poco o nulla ai padroni di casa. 

Tanti aspetti positivi quindi da questa trasferta nuovamente vincente a Brescia (e pensare che per anni era stato un campo maledetto), primo su tutti il ritrovato spirito battagliero e vincente che un po' si era perso nel famoso derby, e che già contro la Ternana si era rivisto. Ci voleva una prova, una conferma soprattutto dopo la lunga sosta: Brescia ha dato risposte convincenti sul piano mentale, qualcosa da registrare in difesa come si diceva (magari anche attraverso il mercato) e forse si potrà godere una seconda parte di stagione meno turbolenta della prima. Già sabato prossimo sarà un bel test verità la sfida alla sorprendente Cremonese dell'ex Tesser.


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