Buona la quinta per l'Avellino. I lupi, dopo 4 pareggi di fila in campionato, ottengono la prima vittoria in campionato. Un successo che scaccia qualche fantasma in casa biancoverde, non tutti, ovviamente, ma almeno regala fiducia al gruppo.
Una vittoria che arriva in una domenica che ha visto il ritorno della Curva Sud allo stadio, dopo la pandemia. L'ultima volta era stata con la Ternana nel marzo 2020, poi, causa Covid, lo zoccolo duro della tifoseria irpina aveva seguito a distanza le sorti della compagine biancoverde. E il loro ritorno sugli spalti, è equivalso alla prima vittoria dell'Avellino, di certo non un caso.
Una domenica che ha visto anche la frenata delle rivali più importanti, il Bari e il Palermo, che hanno pareggiato, in attesa del Catanzaro, impegnato nel Monday Night con il Catania e che sarà il prossimo avversario dell'Avellino, giovedì 30 settembre, in una gara da urlo e che dirà quale sarà il vero valore di questo Avellino.
Passiamo al campo. Una vittoria che doveva arrivare, non importa come. In particolare se, a poche ore dalla gara, Braglia ha dovuto fare a meno di Kanoute, Di Gaudio e Plescia, oltre ai vari Micovschi e Scognamiglio e di Sbraga, ormai di fatto, separato in casa.
Braglia si è affidato al suo 3-5-2, un modulo che gli dà sicurezza, che gli dà certezze. Una certezza è la compattezza difensiva, con l'Avellino miglior difesa con soli due gol subiti. Una certezza chiamata Francesco Forte, che ha inchiodato sulla linea al 92', il colpo di testa del possibile pareggio dei lucani. Una certezza il tifo, che come detto, è stato il 12° uomo.
Certo, le noti dolenti ci sono. L'Avellino ancora non trova i gol degli attaccanti, ormai a secco da mesi. Maniero ha fatto comunque un grande lavoro, così come i giovani Gagliano e Messina. Ma il gol deve sbloccarli. Solo tre i gol messi a referto dai lupi, da due centrocampisti e un difensore. Poco, certamente, per provare a vincere un campionato, ma l'importante era sbloccarsi per i lupi.
Ora arriva il Catanzaro, un crocevia importante per la compagine biancoverde. Braglia spera di recuperare qualcuno tra Kanoute e Di Gaudio e spera che gli attaccanti possano sbloccarsi proprio con i calabresi, nella prima gara importante della stagione.
Ma per ora va bene così, si guarda avanti con fiducia e maggiori certezze. E con una Curva del genere, che accompagnerà i propri beniamini, tutto sembrerà più semplice.
Una vittoria che arriva in una domenica che ha visto il ritorno della Curva Sud allo stadio, dopo la pandemia. L'ultima volta era stata con la Ternana nel marzo 2020, poi, causa Covid, lo zoccolo duro della tifoseria irpina aveva seguito a distanza le sorti della compagine biancoverde. E il loro ritorno sugli spalti, è equivalso alla prima vittoria dell'Avellino, di certo non un caso.
Una domenica che ha visto anche la frenata delle rivali più importanti, il Bari e il Palermo, che hanno pareggiato, in attesa del Catanzaro, impegnato nel Monday Night con il Catania e che sarà il prossimo avversario dell'Avellino, giovedì 30 settembre, in una gara da urlo e che dirà quale sarà il vero valore di questo Avellino.
Passiamo al campo. Una vittoria che doveva arrivare, non importa come. In particolare se, a poche ore dalla gara, Braglia ha dovuto fare a meno di Kanoute, Di Gaudio e Plescia, oltre ai vari Micovschi e Scognamiglio e di Sbraga, ormai di fatto, separato in casa.
Braglia si è affidato al suo 3-5-2, un modulo che gli dà sicurezza, che gli dà certezze. Una certezza è la compattezza difensiva, con l'Avellino miglior difesa con soli due gol subiti. Una certezza chiamata Francesco Forte, che ha inchiodato sulla linea al 92', il colpo di testa del possibile pareggio dei lucani. Una certezza il tifo, che come detto, è stato il 12° uomo.
Certo, le noti dolenti ci sono. L'Avellino ancora non trova i gol degli attaccanti, ormai a secco da mesi. Maniero ha fatto comunque un grande lavoro, così come i giovani Gagliano e Messina. Ma il gol deve sbloccarli. Solo tre i gol messi a referto dai lupi, da due centrocampisti e un difensore. Poco, certamente, per provare a vincere un campionato, ma l'importante era sbloccarsi per i lupi.
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