Finalmente, Giovanni Bucaro. 26 anni dopo, di nuovo a Sorrento. Stavolta non da giocatore, ma da allenatore del nuovo Sorrento che, dopo l’addio del patron Mario Gambardella, sta ripartendo, con programmi ed obiettivi ridimensionati, con l’unico scopo di mantenere la categoria: “Una sfida che mi affascina", commenta sicuro il tecnico nativo di Palermo durante la sua presentazione di ieri. "Non sono abituato a guidare corazzate, ho sempre preferito lavorare dove so che ci sono difficoltà."
"Promesse? Io non ne faccio. Posso solo assicurare che la squadra darà il 100% ogni volta che scenderà in campo. Ma quest’anno", ammette, "occorrerà molta pazienza. Giocheremo con tanti giovani, così come d’accordo con la società. Sarà inevitabile, però, che nei primi mesi questi ragazzi avranno difficoltà, quindi andranno capiti ed ascoltati. Ma da questo punto di vista, la tranquillità della piazza di Sorrento potrà darci una grossa mano. Al di là dell’età, comunque", assicura Bucaro, "giocherà chi merita e chi ha più voglia di conquistarsi il posto da titolare. Per questo, qualità imprescindibile che ogni giocatore dovrà dimostrare sarà la mentalità: voglio gente motivata che sudi e si sacrifichi e che abbia voglia di crescere e d’imparare”.
Diretto, sicuro dei propri mezzi e soprattutto cosciente che l’unico verbo che conta è “lavorare”, Bucaro trasmette a pelle la sua “voglia” di campo: “Quello che mi preme di più è cominciare subito a lavorare", conferma l’ex tecnico dell’Avellino. "Forse siamo un po’ in ritardo con i tempi, ma questo non è un grosso problema. L’importante è arrivare pronti per l’inizio del campionato. Cominciare sapendo che molti giocatori andranno via sarà un problema, ma resta fondamentale arrivare a metà agosto con il 70-80% della squadra che dovrà disputare il campionato. Per questo nelle prime settimane cureremo maggiormente l’aspetto fisico, successivamente quello tattico. Il modulo che adotteremo sarà quasi sicuramente il 4-3-3, anche se credo che non è il modulo che fa la differenza, ma è la voglia, il sacrificio e l’umiltà che la squadra è in grado di dimostrare sul rettangolo di gioco che permette di fare il salto di qualità. Ho preso qualche concetto da Zeman perché l’ho avuto come maestro per tre anni, ma ci ho messo anche qualcosa di mio perché lui è inimitabile, è unico”.
Handicap inconfutabile, invece, sarà la questione-stadio. L’impossibilità di sfruttare il “fortino” stadio “Italia” preoccupa e non poco Bucaro che, però, è attento a non creare alibi alla sua squadra: “Mi dispiace essere ritornato a Sorrento dopo tanti anni e non poter giocare tra le mura amiche. Disputare le partite interne a Cava de’Tirreni è un problema. Sicuramente mi avrebbe fatto molto più piacere giocare allo stadio “Italia”, che, data la sua conformazione, alla fine del campionato riesce a darti sempre qualche punto in più. E’ un piccolo svantaggio, ma non possiamo fasciarci la testa, né creare alibi. Purtoppo c’è questa situazione: dobbiamo farne di necessità virtù. Spero che i tifosi possano sopperire a questo problema con una presenza massiccia anche al “Simonetta Lamberti” che non dista molto dalla penisola”.
In ultima battuta Bucaro si lascia andare anche a qualche considerazione sul mercato e sulla probabile composizione dei gironi: “I calciatori saranno individuati in funzione del modulo", spiega il neo tecnico rossonero. "Ho in mente già qualche giovane, ma dobbiamo muoverci rapidamente perché la politica “verde” è stata adottata da molte squadre, quindi i pezzi migliori si sono già accasati. Girone B? La composizione del raggruppamento non mi preoccupa. Tutti i campionati sono duri, l’importante è scendere in campo con le giuste motivazioni. Nel calcio a fare la differenza sono gli episodi e la voglia che una squadra dimostra di prevalere sull’altra”.
Autore: Mario Garau
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